In questo articolo parliamo di:
La ricetta sanitaria digitale:
Con il termine ricetta digitale o ricetta elettronica si va a indicare quella piccola rivoluzione tesa a cambiare la sanità nazionale. Entrato in vigore dal 1 marzo 2016, il provvedimento serve a dematerializzare parzialmente l’iter curativo dei pazienti generando un risparmio sia economico che di tempo.
Tuttavia la fase iniziale transitoria non prevede ancora la dematerializzazione completa, quindi l’addio definitivo alla carta. Fino al 2017 infatti i medici saranno tenuti a stampare un promemoria cartaceo che il paziente dovrà consegnare al farmacista così da poter recuperare la prescrizione anche in caso di malfunzionamento del sistema o in assenza di linea internet.
In sostanza l’addio definitivo al blocchetto rosso di ricette è ancora rimandato; ma qualcosa inizia a muoversi. Rientra tutto nell’ambito della sanità digitale, di cui si parla ormai da oltre 5 anni.
Come funziona la ricetta elettronica:
Il funzionamento della ricetta elettronica è il seguente: i medici di base prescrivono farmaci collegandosi da pc ad un apposito sito gestito da Sogei.
La ricetta viene compilata online con le stesse modalità della cartacea e i dati inviati con un click saranno visibili in tutte le farmacie, previa apposita ricerca.
Quando il paziente si recherà dal farmacista, quest’ultimo potrà collegarsi al sistema e tramite numero di ricetta e codice fiscale accedere alla prescrizione; e fornire il farmaco al paziente.
Le fustelle saranno quindi inviate dalla stessa farmacia al server di Sogei così da avere i dati relativi all’erogazione.
Dati e performance della ricetta elettronica in Italia:
Ebbene tornando al punto di partenza, la società di servizi informatici facente capo a Federfarma, Promofarma, ha reso note le rilevazioni sull’andamento della ricetta elettronica in Italia in questi primi mesi di vita.
Al primo posto per efficienza vi è la Campania, che ha il vanto di avere dematerializzato il 90% delle ricette Ssn. Con riferimento al solo settembre infatti, nella regione campana sono state emesse oltre 4 milioni di ricette “paperless”, senza carta.
A seguire in questa classifica virtuosa vi sono Molise e Veneto con l’89%; Sicilia e provincia autonoma di Trento con l’88%; Valle d’Aosta con l’87% e Piemonte con l’85%.
In fondo alla classifica di merito la provincia autonoma di Bolzano, con appena il 12%. In generale l’uso di ricette elettroniche ha raggiunto in tutta Italia la soglia del 78% sul totale di ricette emesse. Un risultato più che positivo
Le performance dei servizi sanitari regionali:
Altro indicatore diffuso di recente è quello legato alla qualità dei servizi sanitari erogati dalle singole regioni. I dati sono contenuti all’interno di uno studio condotto da Crea Sanità dell’Università di Roma Tor Vergata e intitolato “Una misura di performance dei Servizi Sanitari Regionali”.
In base a questa speciale classifica, le regioni più performanti in materia di qualità dei servizi sanitari erogati sono la Provincia Autonoma di Trento, la Toscana ed il Piemonte con un indice di performance superiore al 57%.
A seguire, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano, Lombardia, Basilicata, Umbria, Emilia Romagna, Marche e Lazio. Sul fondo della classifica la Campania, che quindi va a pareggiare in questo modo il sorprendente primo posto per l’uso di ricetta elettronica. Prima della Campania, sul fondo della classifica, seguono anche Sardegna, Sicilia, Molise, Puglia, Calabria.
Sanità italiana e paragone con l’Europa:
Parlando in linea più generale, a fornire un quadro della sanità italiana ci ha pensato anche il report annuale realizzato da The European House-Ambrosetti che va a misurare le performance dei sistemi sanitari europei e delle Regioni italiane.
Il report è basato su 4 indicatori: stato di salute della popolazione; qualità dell’offerta sanitaria; capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute; efficienza/appropriatezza dell’offerta sanitaria.
Ebbene, nello studio si legge che “L’Italia manifesta un sensibile ritardo dalla media europea sul fronte dell’efficienza e appropriatezza dell’offerta sanitaria e sul fronte della capacità di risposta del sistema sanitario ai bisogni di salute”.