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Scuola e Insegnanti di sostegno: un problema ricorrente

L’anno scolastico 2012/2013 è iniziato non propriamente nel migliore dei modi per quello che riguarda il sostegno agli alunni disabili nelle scuole: dalle pagine del nostro giornale abbiamo spesso cercato di fare informazione su questo delicato argomento evidenziando come la problematica sia particolarmente delicata in riferimento soprattutto alla figura degli insegnanti di sostegno, spesso presenti in numero non sufficiente alle necessità.
Ricordiamo che la figura dell’insegnante di sostegno svolge funzioni di integrazione ed assistenza per alunni con disabilità e fu istituita nel 1977 con la legge 517. Ebbene i problemi relativi a questa figura nelle ultime ore si sono riscontrati in tutta Italia: a Roma sono diversi gli alunni disabili che hanno iniziato l’anno scolastico senza l’adeguato sostegno di appositi docenti.
Per ovviare a queste mancanze molti istituiti fanno ricorso agli AEC, ovvero assistenti educativi comunali presenti al fianco degli insegnanti di sostegno nelle scuole materne ed elementari. Gli AEC provengono nella quasi totalità dalle cooperative sociali e, stando agli ultimi dati, dal Campidoglio non sarebbero ancora arrivati i fondi necessari per coprire questa spesa: di conseguenza, le cooperative sociali che li forniscono sono costrette in stand by.

 

Distribuzione degli insegnanti di sostegno:

Tornando agli insegnanti di sostegno, la problematica maggiore risulta essere la loro distribuzione sul territorio: nello scorso anno scolastico (2011-12) in base ai dati forniti da Tuttoscuola.com, la media nazionale era stata di un docente ogni 2,03 alunni, un rapporto in linea con quanto previsto dalla legge (e con quanto ci aveva detto in una intervista al Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno).
La legge in questione era la Finanziaria del 2008 che abrogava il criterio in vigore fino ad allora per la formazione dell’organico degli insegnanti di sostegno e andava ad individuare un nuovo parametro che, a livello nazionale, non prevedeva la possibilità di superare il rapporto medio di un insegnante ogni due alunni con disabilità.
Ebbene, la media dello scorso anno come detto era sostanzialmente in linea con questi parametri: così come il numero dei posti di sostegno per alunni disabili che sempre lo scorso anno era di oltre 97mila (1/3 dei quali, è bene dirlo, precari) e quest’anno si potrebbe sfiorare la cifra dei 100mila): il problema come anticipato, sta nella distribuzione.

 

Rapporto di 1 docente ogni 2 alunni:

Come stabilito da quella legge del 2008, tutti i territori si sarebbero dovuti adeguare al rapporto di un docente ogni due alunni e, per farlo, era stato studiato anche un meccanismo di compensazione il cui funzionamento era abbastanza semplice ed elementare: chi aveva più docenti del necessario avrebbe dovuto cederli a chi, viceversa, ne aveva meno ed all’amministrazione scolastica era stato demandato il compito di questa operazione.
Fino a qui la teoria: la pratica è tutt’altra perché, perché, tornando al caso del Lazio (e Roma in particolare), sempre secondo i dati di Tuttoscuola.com si assiste ad una quantità di posti di sostegno inferiore a quella che spetterebbe in base al suddetto  rapporto uno a due. Tale rapporto infatti nel Lazio è di 2,45 anziché il 2,03 della media nazionale: uno dei più alti in assoluto. Nell’anno scolastico 2011/2012 infatti il Lazio ha avuto assegnati 9.464 docenti di sostegno per 23.196 alunni disabili. Avrebbe diritto ad averne 1936 in più.
Non solo il Lazio: la Lombardia sta messa anche peggio con un rapporto di 2,45 ed il diritto ad avere 2.596 posti di sostegno in più. Così come il Veneto, che avrebbe diritto ad ulteriori 723 posti.
Un bisogno non soddisfatto quindi, e per il quale si dovrebbe applicare proprio la regola della compensazione spostando insegnanti di sostegno dalle regioni che ne hanno di più: e che, in base alle statistiche, sono la Campania (qui il rapporto è di 1,72 e ci sono 2.024 docenti in più); la Puglia (il rapporto è di 1,69 e ci sono 1.398 insegnanti di sostegno in più); la Sicilia (rapporto 1,80 e 1.357 in più.
Un problema complesso dunque, partendo del fatto che l’insegnante di sostegno è una figura specialistica fornita di formazione specifica che definisce le modalità di integrazione dei singoli alunni con disabilità. Ovviare alle mancanze in termini di organico sopra descritte diventa una priorità per l’inserimento dei disabili nella scuola; il parere di molti è che il meccanismo della compensazione tra regioni può essere il primo passo. La norma esiste, andrebbe soltanto applicata.

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