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Il progetto Mesems
I dati finora raccolti infatti, suggeriscono che il trattamento a base di cellule mesenchimali (cellule mature con la capacità di auto rinnovarsi e differenziarsi in cellule specifiche) per la cura della sclerosi multipla testata sull’uomo è al momento privo di effetti collaterali e sicuro, reso possibile grazie al progetto internazionale “Mesems” coordinato dal neurologo dell’Università di Genova Antonio Uccelli.
I dati sono stati presentati a Boston al congresso mondiale sulla Sclerosi multipla alla presenza di medici, ricercatori, rappresentanti delle organizzazioni di malati e famiglie e aziende farmaceutiche.
Il progetto, che coinvolge ricercatori di nove nazioni – Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Svezia, Danimarca, Svizzera, Canada e Austria – è il primo studio internazionale di fase due effettuato in doppio cieco e impegnato a sperimentare la sicurezza di un trattamento con cellule staminali mesenchimali su pazienti con sclerosi multipla.
I pazienti trattati con il metodo
Sono 81 i pazienti fino a ora trattati: il 50% dei 160 pazienti è previsto dal trial, di questi 73 (pari al 90% del totale dei malati e avviati al trattamento in cieco) hanno ricevuto una iniezione con mesenchimali oppure di placebo mentre 51 (pari al 63%) hanno ricevuto entrambe le iniezioni e 27 (33 % del personale reclutato) hanno concluso lo studio.
Sugli 81 pazienti reclutati – conferma il Dottor Uccelli – “Sono 28 gli italiani, dei quali una decina ha completato lo studio”. Di queste persone al momento nessuno ha subito effetti collaterali gravi, tranne un solo paziente che ha avuto un peggioramento ed è poi risultato essere stato trattato con placebo. Ovviamente è necessaria prudenza per avere sicurezza e testare l’efficacia della terapia. Bisognerà attendere la fine dello studio nel 2016.
Staminali: funzione neuroriparatrice?
Certamente però – continua Antonio Uccelli – gli studi preliminari su modelli animali ci fanno ritenere senza ombra di dubbio che le staminali mesenchimali possono bloccare l’infiammazione del sistema nervoso centrale e probabilmente riescono anche a proteggere i tessuti nervosi, addirittura riparandoli laddove però il danno sia lieve”, è tuttavia azzardato dare conclusioni definitive”.
L’auspicio è che nel 2016 i dati confermino l’efficacia della terapia per poter arrivare al passo successivo che prevede uno studio più grande di fase 3 capace di dimostrare la funzione neuroriparatrice delle staminali. Il comitato etico di Genova per ora, ha approvato l’estensione del progetto per altri due anni che si chiamerà Memes Plus e che sarà importante per verificarla sicurezza del trattamento a lungo termine.