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Piana del Sele: immigrati nel degrado totale

A  Piana del Sele, nella provincia di Salerno, ci sono più di 6.000 immigrati che vivono in condizioni disperate e nel degrado più totale; la situazione, già nota a molti, rischia di esplodere e trasformarsi in una polveriera come accaduto nei mesi scorsi con Rosarno e per questo si è deciso di portarla allo scoperto indicendo un’assemblea pubblica che denunciasse la situazione.
L’ incontro si è svolto lo scorso 22 Luglio nella piazza principale del comune di Capaccio/Paestum, ed ha visto la partecipazione di un centinaio di immigrati e di lavoratori italiani; tra i temi affrontati, quello della casa, salute, lavoro, truffa dei permessi di soggiorno a tanti immigrati da parte di organizzazioni italiane, caporalato e molto altro.

 

Immigrati: la realtà di Piana del Sele

Quella di Piane del Sele è una situazione che prosegue da molto tempo, come ci spiega Pietro di Gennaro del sindacato RdB  Pubblico Impiego di Salerno: “in quella zona stiamo cercando di seguire un percorso; c’è stato tempo fa un ennesimo sgombero in base al quale anche i regolari con tanto di carta di identità che lavorano in quella zona sono stati mandati via perché pagavano l’affitto in posti che il comune ha ritenuto non più adatti; all’epoca ci fu una marcia di protesta, andammo sotto il municipio per sensibilizzare il comune su questa situazione. La risposta del comune fu di mettere a disposizione 3 ville sequestrate alla camorra dove adesso sono alloggiati gli immigrati, ma comunque sempre a rischio di sgombero.”
Ed infatti, notizia di poche ore fa, il sindaco Capaccio/Paestum, Pasquale Marino, ha emesso una nuova ordinanza di sgombero per gli immigrati stanziati in queste tre ville. Una realtà quindi fatta di difficoltà alloggiative, sfruttamento e lavoro nero; ma quanti sono gli immigrati che vivono in questa parte del territorio e che si trovano in questa condizione di degrado?
“Sono più di 6000, tutti maghrebini; questa di Piana del Sele è una delle campagne più fertili di Italia, parte da Salerno e arriva fino ad Acropoli. Per questo c’è molta richiesta di manodopera soprattutto stagionale. Molti di loro sono in attesa di regolarizzazione e adesso come adesso sono stanziati all’ interno di una pineta; altri vivono in alloggi di fortuna talmente degradati che chiamarli case sarebbe troppo, o direttamente nei campi, vicino al posto di lavoro. Infatti questi 6000 disperati sono quasi tutti impiegati in agricoltura e nell’edilizia.”

 

Immigrati nello sfruttamento totale: rischio di una nuova Rosarno?

Una polveriera pronta ad esplodere in sostanza, come si disse di Rosarno quando oramai il peggio era già accaduto; come sia possibile che nessuno intervenga, non è dato sapersi: “è un situazione molto delicata. Non c’è integrazione, vivono nel più totale sfruttamento. La politica non si muove; si fanno delibere, si decide lo stanziamento di fondi,  poi però alla fine non arriva niente.”
La manifestazione dello scorso 22 Luglio risulta quindi importante proprio per portare alla luce del sole la gravità della situazione e denunciare quanto accade quotidianamente: “Esattamente, lo scopo dell’assemblea era proprio quello di far uscire questi disperati allo scoperto.”
Il termine disperati non sembra eccessivo nè particolarmente ricco di enfasi per raccontare la realtà di questi immigrati; molti vivono realmente al limite del disumano come ci conferma Riadh, sindacalista nord africano che vive in Italia da 20 anni occupandosi di immigrazione, e tra i promotori della manifestazione di Piana del Sele:
“lo scopo dell’ assemblea era più che altro quello di denunciare una situazione difficile. Quello a cui stiamo assistendo sembra essere un’anticamera di Rosarno. Molti immigrati ora come ora vivono all’ aperto, in condizioni di degrado, e questo vale per quelli che sono irregolari ma anche per chi è in regola; sono sfruttati, gli vengono segnate meno ore sulla busta paga, lavorano per 8-10 ore al giorno senza i contributi per copertura assicurativa e previdenziale, subiscono truffe per ottenere il permesso di soggiorno. Loro non parlano l’italiano di conseguenza hanno difficoltà a comunicare anche quando vanno dal medico.”

 

A contatto con sostanze nocive per la salute:

L’aspetto più inquietante che fa rabbrividire arriva proprio dalle condizioni di salute di alcuni di loro a causa del lavoro svolto: “molti per lavoro passano additivi e concimi che sono nocivi per la salute e lo fanno senza saperlo; come dicevo prima, non parlano l’italiano quindi non sono in grado di leggere. Non usano le dovute protezioni, per questo molti di loro stanno male.”
Gli chiediamo da quanto tempo vada avanti questa situazione e come mai non si riesca ad intervenire: “La situazione, da quanto mi dicono, c’ è sempre stata; sicuramente negli ultimi anni è aumentata poichè la difficoltà degli immigrati di trovare lavoro a Nord ha fatto si che molti siano scesi per lavori stagionali verso il Sud della penisola. Gli immigrati oggi hanno paura di denunciare anche perché se uno non ha il permesso di soggiorno non può fare denuncia; questo è il risultato della politica del governo attuale contro gli immigrati, perché così facendo si innesta un meccanismo in base al quale il razzismo diviene, per così dire, giustificato.”

Immigrati e abitanti del luogo:

Ed è esattamente quello che succede con la gente comune, gli abitanti del luogo, che creano un muro virtuale ed invalicabile tra loro e gli immigrati: “La risposta della gente il giorno dell’assemblea è stata scarsa; il problema vero – prosegue Riadh – è che l’immigrato non è considerato come un essere umano uguale a loro, il fatto che dormano all’ aperto viene visto come un evento del tutto normale. Non c’ è integrazione: come fa ad esserci se queste persone nelle campagne lavorano solo con altri immigrati, dormono all’aperto tra di loro, hanno difficoltà di comunicazione? Ecco che si crea un muro virtuale tra le gente e loro. E nessuno fa molto per cercare di abbatterlo, nemmeno l’amministrazione; ad esempio, avevamo chiesto, dato che le scuole sono ormai chiuse, di realizzare corsi di italiano con insegnanti per agevolarli, ma non c’è stato niente da fare. È vero che fortunatamente non ci sono stati episodi eclatanti di razzismo, però la violenza silenziosa, della non comunicazione, del non considerarti, molte volte fa più male.”

Come abbattere il disagio:

Per abbattere questo muro di non comunicazione e per cercare di limitare il disagio nel quale vivono migliaia di immigrati, sono in arrivo soluzioni e richieste specifiche: “prima di tutto l’assemblea dello scorso 22 Luglio ha proposto una sanatoria per tutti gli immigrati della Piana del Sele. Inoltre prossimamente presenteremo una piattaforma, scritta anche in arabo, all’interno della quale saranno elaborate tutte le rivendicazioni presentate poi in un percorso di assemblee locali, dagli immigrati stessi, come proposta da avanzare agli organi di governo territoriale e nazionale. Noi in quanto sindacato cerchiamo di dargli forza e fargli capire che l’unica soluzione per loro è apparire, farsi sentire, organizzarsi. Perché capisco che abbiano paura a denunciare determinate cose, ma qui si parla di diritti fondamentali e dignità umana.”

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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