Perché calano i ricoveri
Sono proprio le innovazioni terapeutiche e l’assistenza territoriale a spingere giù i ricoveri ospedalieri che negli ultimi 10 anni in Italia sono stati 3,5 mln in meno (-29%). Si parla di un calo enorme che ha riguardato soprattutto i ricoveri per acuti a fronte di una piccola crescita di quelli in riabilitazione ordinaria. In picchiata anche le ore di degenza: -16,9 milioni (-22%) tra il 2018 e il 2008. I dati sono riferiti allo Sdo 2018 pubblicato dal Ministero della Salute.
Sempre Quotidiano Sanità ha messo a confronto gli ultimi dati sui ricoveri ospedalieri con quelli di 10 anni prima (anno 2008) per cercare di capire come sta cambiando il Ssn italiano e per quale ragione.
Quali ricoveri calano di più
Nel 2018 ci sono stati 8,5 mln di ricoveri. Rispetto al 2008 sono circa 3,5 mln in meno con un calo del 29%. A calare di più sono i ricoveri in acuto: -1,5 mln per quelli in ordinario e -1,7 mln per quelli diurni. Per quanto riguarda la riabilitazione è cresciuto invece il volume dei ricoveri ordinari che sono passati da 292 mila nel 2008 a 312 mila nel 2018. In calo invece la Lungodegenza: dai 109 mila ricoveri del 2008 si è arrivati nel 2018 a 97 mila (-12%).
In questi 10 anni è cambiata anche la composizione del Servizio sanitario nazionale: sempre secondo i dati forniti dal Ministero della Salute si evince che rispetto a 10 anni fa sono stati chiusi quasi 200 ospedali e 1000 presidi di specialistica ambulatoriale. Di contro però ci sono 2000 presidi in più per l’assistenza territoriale residenziale, 700 in più per l’assistenza semiresidenziale. E in crescita sono anche le strutture territoriali e per la riabilitazione.
In sostanza, in questi 10 anni sembra essersi avviato il percorso di potenziamento del territorio in modo da trasformare l’ospedale in un presidio riservato al trattamento delle acuzie.