In questo articolo parliamo di:
Microcredito in Italia: occasione od utopia?
Basti pensare che i finanziamenti erogati a privati sono scesi negli ultimi due anni di oltre 10 punti percentuali e che la situazione sarebbe addirittura peggiore se non ci fosse la compensazione dei prestiti Inpdap che invece hanno subìto una crescita esponenziale, ma che restano accessibili al solo target dei dipendenti pubblici.
Il lancio del microcredito a livello nazionale dovrà per forza partire dall’azione del Parlamento e da questo punto di vista c’è stato l’impegno, non formale, da parte della Presidente della Camera Boldrini.
Fortunatamente, con tutta probabilità, non bisognerà attendere tempi eccessivamente lunghi, dato che diverse organizzazioni che si occupano di consulenza e informazione sul microcredito, si sono già messe all’opera per aiutare chi ha bisogno, anche se le Banche dei poveri ‘vere e proprie’ (che hanno valso il premio nobel al loro ideatore Muhammad Yunus) non sono ancora una realtà fruibile almeno alle nostre latitudini.
Perché il microcredito sarebbe una soluzione in Italia?
Le Banche dei poveri sono nate in Paesi in cui la maggioranza della popolazione versava, e versa in condizioni di estrema povertà. La prima banca, la Grameen Bank è stata fondata da Yunus nel Bangladesh, e poi il loro sviluppo è avvenuto nel Terzo Mondo.
Ma da qualche anno sono state fondate Banche dei Poveri anche nei Paesi industrializzati: New York. ad esempio, conta ad oggi ben 6 banche. Il successo di questo sistema sta nel fatto che si basa sul prestito di piccole somme, ma comunque tali da aiutare a realizzare un progetto o risolvere un reale bisogno, finanziamenti che avvengono sulla fiducia, dato che si rivolgono proprio alle persone “non solvibili” per il sistema bancario tradizionale.
In Italia il microcredito sarebbe indirizzato soprattutto per il sostegno dell’attività imprenditoriale, aspetto, questo, che rientrerebbe nella realizzazione dei programmi previsti dalla legge sull’Autoimpiego, portando ad una sua estensione a soggetti al momento esclusi, e comunque con maggiori probabilità di riuscire laddove Invitalia ha fallito.
Il microcredito è infatti strutturato in modo differente dagli altri prestiti basandosi sul principio che la ricchezza prodotta non va a beneficio di uno solo, ma a vantaggio dell’intera comunità, producendo un effetto domino positivo.
Bandi ed Enti di sostegno al microcredito
Nel particolare, alcuni punti di riferimento importanti già esistenti sul territorio nazionale, sono oggi l’Ente Nazionale per il microcredito, per quanto riguarda il credito alle imprese, mentre le donne imprenditrici (o potenzialmente tali) possono trovare un valido supporto con Microcreditodonna.
Invece coloro che hanno i requisiti richiesti dai vari bandi di assegnazione dei fondi stanziati proprio per il microcredito, devono solo constatare che la propria Regione abbia attivato il fondo stesso ed abbia anche già pubblicato il bando di partecipazione. Normalmente sono proposte due linee di credito e due relativi bandi, uno per le imprese (o la realizzazione di idee imprenditoriali), ed uno per le persone in difficoltà.
In generale le somme messe a disposizione non sono molto elevate, ma comunque sufficienti a dare una svolta alla propria attività lavorativa o tali da offrire una soluzione ed una valida alternativa alle bizze del sistema bancario.