Tagliata assistenza a disabili e anziani:
Ma in che modo questi provvedimenti (che sono principalmente tagli) incideranno sulla vita di chi è portatore d’handicap? Gli aspetti da valutare sono principalmente due: le restrizioni agli enti locali e l’anticipo della riforma fiscale e assistenziale.
Come illustra nel dettaglio disabili.com, il primo intervento risiede nei tagli dei bilanci delle autonomie locali, ancora più severi nel nuovo decreto rispetto alla Manovra di luglio. In totale, infatti, Regioni, Province e Comuni dovranno risparmiare 6 miliardi nel 2012; 6,4 nel 2013 e 6,4 dal 2014 in poi: soldi che dovranno essere recuperati rispettivamente dalle Regioni, dai Comuni e dalle Province attraverso un ‘patto di stabilità’ fra Stato e Autonomie locali, vale a dire in base ad una serie di regole che impedisce agli enti locali di gestire i propri bilanci oltre certi limiti di spesa.
E’ proprio questa restrizione che andrà ad incidere profondamente sui servizi erogati ai cittadini, in particolare circa l’assistenza sociale (appunto i servizi sociali a bambini, disabili, anziani) e la sanità.
Nello specifico della riforma fiscale e assistenziale, inoltre, la Manovra di ferragosto individua le modalità per recuperare alle casse dell’erario 24 miliardi: 4 nel 2012 e 20 nel 2013, tramite un taglio lineare della quasi totalità delle agevolazioni fiscali per la maggioranza dei contribuenti. La diminuzione sarà pari al 5% dal 2012 e al 20% nel 2013. Tagli, cioè, che incideranno pesantemente su detrazioni come quelle per i carichi di famiglia, la badante/colf, gli ausili o i veicoli adattati. In altre parole l’intervento fiscale colpirà con maggiore intensità i nuclei in cui è presente una persona disabile o un anziano non autosufficiente.
Pensioni e indennità sotto la scure:
Le eventuali clausole di salvaguardia previste in tal senso dal Governo, insieme ad ipotesi alternative o aggiuntive per recuperare quei 24 miliardi (come la rimodulazione delle imposte indirette) non sembrerebbero in ogni caso sufficienti ad impedire che il fulcro dell’operazione rimanga la spesa sociale.
Per tutte queste ragioni, dichiara ancora la Fish, ”è ormai diffusa la consapevolezza – non solo fra le associazioni – che la riforma assistenziale non sia rivolta a migliorare e qualificare i servizi, considerando poi che gli spazi di confronto e discussione sono praticamente nulli. Saranno colpite le pensioni di invalidità, le indennità di accompagnamento e le pensioni di reversibilità.
Al contempo non esiste più il Fondo per la non autosufficienza e quello per le Politiche sociali è ridotto a 69 milioni per il 2012 e a 44 per il 2013”. Salvo ulteriori riduzioni.