Mettere in quarantena gli immigrati dall’Africa
Una proposta che probabilmente susciterà reazioni e polemiche arriva direttamente dall’Aduc, una associazione per i diritti dei consumatori, e in particolare dal segretario Primo Mastrantoni.
Secondo Mastrantoni dato che l’ebola è un virus estremamente aggressivo per l’essere umano e che sta creando allarme nella popolazione potendo potenzialmente innescare un vero e proprio meccanismo di panico diffuso, occorrono misure precauzionali anche piuttosto consistenti. Quali?
Il segretario dell’Aduc le identifica nell’ obbligo di “controlli degli immigrati provenienti dall’Africa e che sbarcano nel sud Italia (Lampedusa, Sicilia, ecc…)”. Sarebbe quindi necessario, per sconfiggere la paura dell’ebola, “mettere in quarantena gli immigrati ed effettuare controlli sanitari. Inoltre, le persone provenienti, direttamente o indirettamente, dalle aree contagiate dovrebbero essere sottoposte a verifiche sanitarie”.
Cosa che, sempre secondo l’Aduc, attualmente non avverrebbe. Una proposta, quella della quarantena per gli immigrati provenienti da paesi dell’Africa a rischio, che era stata già pensata dalla Lega l’estate scorsa.
La quarantena: come funziona e in quali casi si applica
La quarantena, lo ricordiamo, consiste in un isolamento forzato utilizzato in taluni casi per limitare la diffusione di uno stato pericoloso, soprattutto una malattia. Come si capisce dal termine, si tratta di un periodo di isolamento della durata di 40 giorni e venne applicato ad esempio nel XIV secolo alle navi provenienti da zone colpite dalla peste.
Il periodo di quaranta giorni dipendeva dal fatto che si riteneva che, dopo questo lasso di tempo, un ammalato di peste non fosse più contagioso. Oggi il termine quarantena ha un valore generico e si riferisce ad un isolamento precauzionale di durata variabile. Tra l’altro, come è facile comprendere, ad oggi un provvedimento simile rischia di andare a creare problemi legati ai diritti civili dell’ individuo perché provvedimenti come l’obbligo di un lungo internamento o separazione dalla società possono violare i diritti dell’uomo.
Ecco perché la quarantena viene applicata in casi specifici nei quali ci sia un forte rischio di contagio: è quanto accaduto, ad esempio, in Spagna. A Madrid si è registrato il primo caso europea di contagio di ebola; si tratta di un’infermiera che è risultata positiva al test e che è stata posta subito in isolamento mentre il marito, venuto a contatto con lei, è stato messo in quarantena.