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Italia: fanalino di coda Ue per la donazione di sangue

Prosegue la poco invidiabile inclinazione del nostro paese ad attestarsi sul fondo delle varie classifiche di merito dell’ Unione Europea e non solo: in passato avevamo certificato il posizionamento (tutt’altro che felice) italiano nelle classifiche dei paesi corrotti, così come avevamo parlato della spesa destinata al sociale (inferiore rispetto alla maggior parte degli altri paesi Ue).
Diamo spazio adesso ad un’ altra interessante ricerca: l’argomento in questione è quello della donazione del sangue volontaria, fenomeno in aumento nell’Unione Europa. I dati analizzati arrivano direttamente da un rapporto della Commissione Europea sul tema ed evidenziano come i paesi europei con la più alta percentuale di donazioni siano l’Austria (in testa con il il 66% della popolazione che dona), seguita da Francia (52%), Grecia e Cipro (51%). Italia in coda, come detto, con il 23% e seguita solo dal Portogallo (22%). Con tanti saluti alla fratellanza ed all’ amore per il prossimo.

 

Numeri sulla donazione di sangue in Europa:

Dicevamo dei numeri dell’ Ue: lo scorso 15 giugno in occasione della presentazione di questo rapporto, il presidente della commissione per l’ambiente e la sanità pubblica, il socialista tedesco Jo Leinen, ha sottolineato come “I fatti recenti, come l’epidemia di E.coli in Germania ci ricordano l’importanza di questo gesto. Gli ospedali tedeschi hanno dovuto rivolgere un appello urgente, a causa della carenza di sangue”.
Appello alla donazione che è stato ripreso dallo stesso Europarlamento che ha definito la donazione di sangue “la massima espressione di generosità e solidarietà” andando a rimarcare l’incremento significativo che si è riscontrato nei paesi Ue dal 2002 (la percentuale di cittadini che aveva donato il sangue era al 31%) al 2009, dove la percentuale di donatori è  arrivata al 37% (dati Eurobarometro): segno di una tendenza che sta cambiando a livello europeo e di una favorevole inclinazione a correre in aiuto di chi ha bisogno. Ma non per tutti, come detto: in coda alla classifica e ben al di sotto di questo dato del 37% troviamo infatti Svezia (30%), Malta (29%), Polonia (25%), Italia (23%) e Portogallo (22%).
Ricordiamo che, come stabilito dalla direttiva comunitaria del 2002, le donazioni di sangue sono volontarie e non retribuite (al fine di “contribuire a parametri elevati di sicurezza e quindi alla protezione della salute umana”): l’Italia, come altri paesi Ue coinvolti nell’indagine, fornisce piccoli incentivi per chi decide di donare il proprio sangue (si parla di spuntini offerti, congedi speciali per chi lavora nel settore pubblico, rimborso delle spese di viaggio e piccoli omaggi).

 

Raccolta di sangue in Italia:

Ad occuparsi della raccolta di sangue sono, genericamente, enti pubblici o senza scopo di lucro: in Italia è l’AVIS, associazione di volontariato che persegue finalità di solidarietà umana costituita tra coloro che donano volontariamente e gratuitamente il proprio sangue e fondata a Milano nel 1927: per donare il sangue nel nostro paese è richiesta un’età compresa tra 18 anni e i 60 anni con deroghe a giudizio del medico, oltre che uno stato di salute buono ed uno stile di vita che escluda comportamenti a rischio quali assunzione di droghe, alcolismo e rapporti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive.

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Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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