Istituti penali per minori in Italia:
Come detto gli istituti penali per minorenni presenti ad oggi in Italia sono 19: Acireale, Airola, Bari, Bologna, Caltanissetta, Catanzaro, Firenze, L’Aquila, Lecce, Milano, Napoli, Palermo, Pontremoli, Potenza, Quartucciu, Roma, Torino, Treviso per un totale di 515 ragazzi detenuti.
Ricordiamo che attualmente, in Italia, possono essere detenuti presso carceri minorili esclusivamente giovani di età compresa tra i 14 ed i 18 anni, sottoposti al medesimo ordinamento penale e penitenziario dei maggiori ma con pene ridotte. L’esecuzione della pena in strutture gestite dal sistema giuridico minorile può prolungarsi fino ai 21 anni qualora la condanna inflitta si protrae oltre il compimento del diciottesimo anno di età: la competenza penale, civile e amministrativa è affidata alle Procure Minorili, ai Tribunali per i Minorenni e ai Tribunali di Sorveglianza per minorenni.
I detenuti nelle strutture minorili inoltre, transitano sempre, prima di approdare nelle suddette carceri, da un centro di prima accoglienza (Cpa), struttura non classificabile come ‘penitenziaria’ e finalizzata esclusivamente ad ospitare minorenni in stato di arresto, fermo o accompagnamento, in attesa della convalida.
“L’attività penitenziaria minorile trova riconoscimenti in ambito Onu, ma di contro non trova grande attenzione nel panorama nazionale” ha sottolineato ancora il Segretario Generale Uil Pa Penitenziari lamentando una scarsa attenzione al problema. “I reati che determinano la maggiore detenzione – ha proseguito – sono reati contro il patrimonio, contro la persona e violazione leggi stupefacenti. Il 26% (136) dei minori reclusi e’ in attesa del primo giudizio, il 7% (34) e’ appellante, il 3% e’ ricorrente e il 20% e’ condannato in via definitiva.”
La devianza minorile:
Altro aspetto importante riguarda l’ evoluzione della devianza minorile che, sempre secondo i dati forniti dalla Uil Pa, rappresenterebbe “sempre più una delle armi della criminalità organizzata; circa il 24% (124) dei minori detenuti è composto da ragazzi di origine napoletana, che hanno contiguità con la camorra.” In virtù di questo, ha concluso il Segretario Generale Uil Pa Penitenziari, ”sarebbe necessario disporre di un circuito penitenziario minorile che risponda all’esigenza di recupero e risocializzazione”.
E, ci sentiamo di aggiungere noi, ancor più utile sarebbe mettere in atto politiche efficaci volte a prevenire il problema prima che si palesi in tutta la sua concretezza.