Nascita del fondo per la non autosufficienza:
L’emendamento presentato sull’argomento prende spunto dall’impegno che era stato preso nei confronti dei malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) i quali avevano, nei giorni scorsi, protestato a Roma davanti alla sede del ministero dell’Economia proprio per richiedere più fondi per l’assistenza domiciliare.
Si stabilisce inoltre che i percorsi assistenziali a domicilio siano integrati da prestazioni di aiuto personale e assistenza tutelare alle persone, secondo modelli assistenziali regionali, posti a carico del Ssn (servizio sanitario nazionale) per una quota pari al 50%.
Ricordiamo che il Fondo nazionale per la non autosufficienza era stato istituito dalla legge finanziaria del 2007 per garantire su tutto il territorio nazionale l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali in favore delle persone non autosufficienti; una forma di finanziamento a carattere nazionale per ripartire annualmente le risorse alle regioni sulla base dei dati relativi alla popolazione non autosufficiente che vi risiede.
Il Fondo nazionale per la non autosufficienza è volto a garantire la piena integrazione delle prestazioni sociali con quelle sanitarie ma non va a sostituire le prestazioni sanitarie. In sostanza un fondo di importanza notevole per quelle persone che non sono in grado di provvedere in autonomia ai proprio bisogni in quanto versano in condizioni di non autosufficienza.
Invecchiamento popolazione e necessità di sostegno:
Un bisogno che tra l’altro è in costante aumento se è vero quanto stabilito da alcuni indicatori nazionali che mettono in evidenza il progressivo e costante aumento dell’invecchiamento della popolazione italiana accompagnato, come ovvio, da un contemporaneo incremento della necessità di assistenza; in particolare per i non auto sufficienti, per l’appunto.
Anche per questo motivo i soldi previsti dall’emendamento alla legge di stabilità che dovrebbero essere girati al Fondo nazionale per la non autosufficienza sono fondamentali; ma rischiano comunque di essere pochi. L’emendamento prevede, come detto, di tornare alla cifra di 275 milioni di euro che era stata stanziata lo scorso anno.
Se effettivamente i bisogni della popolazione italiana, che continua ad invecchiare irrimediabilmente, sono incostante aumento, tale cifra potrebbe anche non essere sufficiente.