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Fecondazione eterologa e legge 40: le novità della legge

In materia di fecondazione assistita, la sentenza della Corte Costituzionale datata 9 aprile 2014 rischia di creare una rivoluzione: tale sentenza ha infatti stabilito che il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale.
Per chi è esperto del settore, è facile capire quanto questa decisione possa andare ad incidere sulla questione che da anni divide l’Italia: tutto ha origine con la legge 40 del 2004, ovvero la normativa di riferimento in materia di fecondazione assistita in Italia.
La legge permette l’accesso alla fecondazione assistita esclusivamente a “coppie maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, entrambi viventi”. Non è quindi consentito l’accesso a questa pratica a coppie omosessuali, single e le cosiddette ‘mamme nonne’, ovvero donne in età non più fertile.
Il ricorso a tecniche di procreazione assistita è comunque circoscritto a determinate casistiche, ovvero esclusivamente quando si è in presenza di impossibilità di rimuovere in altro modo le cause che impediscono la procreazione.

Fecondazione eterologa: cosa dice la Legge 40

Tra i vari paletti imposti dalla legge 40, vi era anche quello relativo al ricorso a tecniche di fecondazione eterologa: con il termine fecondazione eterologa si intende l’utilizzo di seme o di ovulo proveniente da un donatore esterno alla coppia. Sostanzialmente la legge 40 prevede che sia possibile il ricorso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita esclusivamente tra due soggetti (di sesso diverso) sposati o conviventi; la fecondazione eterologa, ovvero il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità, era vietata dalla legge 40.
Un divieto che ha causato spesso malumori e grane burocratiche se è vero che, negli anni, la Corte Costituzionale si è espressa più volte contro questa normativa e che le coppie italiane sono spesso state costrette a recarsi all’estero per soddisfare la propria esigenza ed accedere a tecniche di procreazione assistita vietate qui in Italia.

Il referendum sulla procreazione assistita

Nel 2005 si tenne anche una consultazione referendaria in materia di procreazione assistita per abrogare alcuni punti della legge 40: tuttavia l’affluenza alle urne fu al di sotto le aspettative, del 25,9% in totale. Dato che non consentì il raggiungimento del quorum e quindi non se ne fece nulla.
La legge 40 in dieci anni di vita è stata portata in tribunale ben 28 volte e per diversi aspetti trattati: da quello del divieto alla fecondazione eterologa, passando per il limite che prevede di non poter produrre più di 3 embrioni con l’obbligo di impiantarli tutti (no al congelamento) e per il divieto della diagnosi preimpianto. Vari aspetti di una normativa che negli anni  ha sollevato dubbi di costituzionalità.

Cade il divieto di fecondazione eterologa

Con la sentenza della Corte Costituzionale datata 9 aprile 2014 che va ad abbattere il divieto di fecondazione eterologa, sono molte quindi le novità che si prospettano all’orizzonte: le coppie sterili potranno ricorrere all’ovulo o agli spermatozoi di un donatore esterno alla coppia stessa.
La  donazione dei gameti sarà anonima e gratuita: donando liquido seminale o ovociti non sarà dovuta alcuna somma esattamente come accade già per i donatori di sangue. Al donatore sarà inoltre garantito l’anonimato più totale e questi non avrà alcun legame giuridico con il futuro bambino che nascerà grazie alla sua donazione.
Da segnalare che l’Italia è, attualmente, la banca di ovociti congelati più grande del mondo; ve ne sono circa 79mila e adesso, con il venire meno del divieto, potranno essere utilizzati per la fecondazione eterologa. Il tutto con buona pace di chi, soprattutto all’interno del mondo cattolico, non vede di buon occhio la caduta di questo divieto; e sempre con la certezza che la questione relativa alla fecondazione assistita continuerà a dividere e a creare dibattiti infiniti.

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Giornalista scomodo - "L'unico dovere di un giornalista è scrivere quello che vede..."

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