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Emergenza Carceri: tra degrado e nuove proposte

In passato abbiamo spesso trattato sul nostro giornale la questione delle carceri italiane e dello stato nel quale si trovano oramai da diversi anni: non è un mistero che gli istituti di detenzione del nostro paese siano alle prese con problemi gravi quali quello del sovraffollamento (basti pensare che in alcune regioni si è arrivati ad una capienza doppia di quella consentita)e, legato a doppio filo a questa tematica, quello dei suicidi dovuti alle condizioni di degrado nelle quali stanziano i detenuti.
Secondo gli ultimi dati della Uil, ad inizio Aprile erano infatti presenti nelle carceri italiane 67.318 detenuti, di cui 64.370 uomini e 2.948 donne, a fronte di una disponibilità reale di 45059 posti; quindi, un surplus di 22.259 detenuti con una percentuale che varia tra regione e regione.
Numeri  piuttosto inquietanti ed esplicativi (sempre in attesa del più volte sbandierato piano carceri del Governo), che non possono lasciare indifferenti.

 

Il carcere di Savona:

Al riguardo, proprio nelle scorse ore il Segretario generale aggiunto e commissario straordinario per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, Roberto Martinelli, ha effettuato una visita  nel carcere di Savona ricavandone un giudizio tutt’altro che positivo:
“Il carcere Sant’Agostino di Savona è tra i peggiori d’Italia, con decine di detenuti ospitati in celle senza finestre e poliziotti in servizio con la luce accesa dei neon 24 ore al giorno” è stato il commento del segretario Martinelli che ha auspicato la nascita di una nuova struttura detentiva a Savona; in realtà, ci sentiamo di dire, ne servirebbero anche in altre parti di Italia.
“Le criticità del carcere sono molte – ha proseguito Martinelli – i poliziotti penitenziari di Savona, che lavorano con una pesante carenza di organico. Queste problematiche sono aggravate dall’edilizia, dalla struttura fatiscente del penitenziario che non aiuta di certo. Basti pensare che spesso i detenuti trasferiti a Savona devono scendere dai mezzi nella centrale via Paleocapa perchè la strada di accesso al carcere savonese è talmente stretta da impedite il passaggio degli automezzi della Polizia Penitenziaria.”

 

Progetti di recupero per i detenuti:

Dopo aver chiesto un impegno per la realizzazione di una nuova struttura, è stato affrontato anche un altro problema atavico dei nostri istituti penitenziari, ossia quello relativo ai progetti di recupero per i detenuti impiegandoli direttamente in lavori socialmente utili durante il loro periodo di detenzione:
“Bisognerebbe impiegare anche a Savona, come in tutte le Regioni e provincie d’Italia, i detenuti in progetti per il recupero del nostro patrimonio ambientale, la pulizia dei greti dei fiumi e dei torrenti e delle molte spiagge della territorio della provincia savonese. Tutto questo nella convinzione che il lavoro è uno degli elementi determinanti su cui fondare percorsi di inclusione sociale non aleatori: i detenuti hanno prodotto danni alla società con i loro crimini e reati? Bene, la ripaghino concretamente, imparando anche un mestiere che potrebbe essere loro utile una volta tornati in libertà.” Una proposta che francamante ci sentiamo di condividere.

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