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Disabili: troppe lacune nell’ assistenza

Sono 650 milioni le persone disabili nel mondo, ma solo il 2% riceve servizi e sostegni. A fare il punto della situazione è il Centro Documentazione Handicap della cooperativa Accaparlante Onlus, secondo cui i disabili rappresentano più di un quinto dei poveri del mondo e sono la categoria sociale più esposta alla povertà.
L’80% dei disabili, infatti, non ha un lavoro e il 98% dei bambini disabili non ha accesso all’educazione.
Si calcola inoltre che il 10-12% della popolazione mondiale sia composto da persone con disabilità, di cui la maggior parte si trova nei Paesi poveri. Stiamo parlando di circa 650 milioni di persone. Ma solo il 2% (13 milioni) di loro riceve servizi e sostegno.
Secondo Nicola Rabbi, responsabile della comunicazione per il Centro, findamentali in tal senso sono le ong che lavorano sul campo, realizzando importanti progetti in Paesi come Mongolia, Kosovo, Egitto, India e Salvador, dove la vita delle persone disabili è cioè particolarmente dura per la mancanza di politiche di inclusione e strutture adeguate.

 

Il ruolo delle Ong in Italia:

L’importanza della comunicazione è fondamentale per diffondere queste tematiche e sviluppare una sensibilità collettiva e politica in grado di migliorare lo stile di vita di chi è diversamente abile. Ma qual è il ruolo delle ong?
Come sostiene sempre Nicola Rabbi in un approfondimento della rivista Hp legata al centro di documentazione, “in Italia le ong che fanno cooperazione allo sviluppo sul tema della disabilità in modo continuativo sono molto poche, spesso con una visione prevalentemente medica”. Le cose sono iniziate a cambiare, in particolare in seguito alla ratifica della Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità e all’approvazione delle Linee guida sulla disabilità da parte del ministero degli Esteri. Un movimento che, a tutti gli effetti, “potrebbe portare a una crescita sia della progettazione che della sua realizzazione”.
Il dover fare i conti con un periodo di crisi economica drammatica e con i tagli alla cooperazione non dovrebbe in nessun caso costituire un ostacolo ai progetti di crescita sociale. E’ per questo che, nel 2010, si è costituita una rete di ong e organizzazioni di persone disabili, chiamata Rete italiana disabilità e sviluppo, di cui fanno parte associazioni come Aifo, Educaid, Dpi-Italia e Fish con l’obiettivo di mettere insieme le esperienze italiane più avanzate del settore.
Aifo e Dpi-Italia, in particolare, hanno lavorato insieme su progetti di empowerment delle organizzazioni di persone disabili in Mongolia e India e hanno realizzato un manuale sui diritti umani e l’applicazione della Convenzione. Nello specifico della situazione italiana l’auspicio più grande delle associazioni rimane quello di un considerevole aiuto da parte del Governo, per il quale le molteplici questioni legate alla disabilità sembrerebbeo essere ancora molto lontane dal trovare risposte concrete e soluzioni durature.

Pubblicato in Sociale

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Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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