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Chi sono i caregivers
In passato sul nostro giornale avevamo visto nel dettaglio chi sono i caregiver: si tratta di persone che si occupano di prendersi cura di un familiare o di una persona a loro vicina che presenti una malattia, una disabilità o una condizione di non autosufficienza.
Queste persone dedicano il loro tempo, energia e risorse per fornire assistenza, supporto emotivo, cure quotidiane e organizzare le necessità della persona bisognosa di cure. I caregiver possono essere familiari, come coniugi, figli o fratelli, o anche amici stretti o vicini di casa. Svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il benessere e la qualità della vita della persona assistita
Lo studio dell’Iss: i caregiver a rischio salute
La tensione derivante dall’assistere un familiare non autosufficiente a causa di una malattia cronica o di una disabilità rappresenta un serio rischio per la salute dei caregiver familiari, con una maggiore esposizione delle donne agli effetti negativi. Questa constatazione emerge dai risultati di uno studio pilota presentato presso l’ISS durante il convegno sullo stress, la salute e le differenze di genere nei caregiver familiari, organizzato dal Centro di Riferimento per la Medicina di Genere in collaborazione con il Centro per le Scienze Comportamentali e la Salute Mentale.
Stress, enorme fattore di rischio
I dati ottenuti attraverso l’analisi dei questionari compilati da 201 partecipanti nella regione Lazio hanno messo in luce come lo stress rappresenti un fattore di rischio per lo sviluppo di sintomi depressivi. In particolare, le donne percepiscono un livello di stress elevato più degli uomini (34% rispetto al 14%) e sono maggiormente soggette a problemi di salute rispetto al sesso maschile (almeno un disturbo sviluppato dopo l’inizio dell’attività di assistenza: 65% rispetto al 42%; stato di salute attuale non buono: 67% rispetto al 53%).
Inoltre, è emerso un ulteriore elemento di differenza significativa: le donne mostrano una maggiore tendenza a un’alimentazione irregolare rispetto agli uomini (44% rispetto al 33%), invertendo così la tendenza riscontrata nella popolazione generale, mentre gli uomini mantengono la loro caratteristica di un maggior consumo di alcolici (38% rispetto al 22%).