Perchè il calcio è così amato dal popolo?
Non si sa cosa renda il calcio così amato, forse la trasposizione simbolica di quanto accade quotidianamente, ovvero uomini ridotti in mutande che si battono per la sopravvivenza.
E proprio in virtù del legame viscerale che lega popolo e pallone, apparirà blasfemo e provocatorio celebrare l’uscita dell’Italia dal mondiale sudafricano. Ma vincere di nuovo la competizione avrebbe significato distogliere l’attenzione pubblica dalla pressione fiscale alle stelle – in questo, campioni del mondo forse non lo siamo, ma d’Europa senza dubbio si – o dai tagli legati alla discussa finanziaria che pone un freno perfino all’indizione di concorsi pubblici.
D’altronde, dopo la mesta uscita di scena degli azzurri, ci si è indignati molto più per la discutibile scelta di nominare Marcello Lippi quale guida della squadra, piuttosto che per la nomina improvvisa di un ulteriore e chissà quanto necessario nuovo ministro senza portafoglio (altra espressione poco felice nell’attuale contesto economico: se il portafoglio non ce l’ha neanche un ministro, figuriamoci un operaio).
Eppure, chiamare a far parte della squadra di Governo Brancher è apparsa una mossa quantomeno inopportuna, un po’ come per un selezionatore tecnico aver chiamato a giocare con gli azzurri Criscito, Pepe o Iaquinta.
L’ Oppio del popoli:
Peraltro, anche senza l’Italia, i mondiali proseguono, e per il momento a brillare è la stella dell’Argentina, paese molto simile al nostro se non altro per l’attaccamento ideale alla maglia della nazionale. Il Paese sudamericano è guidato in campo da Diego Armando Maradona ed al Governo da Cristina Fernandez de Kirchner, entrambi chiamati a risollevare le difficili sorti della propria nazione a seguito del drammatico default di pochi anni orsono.
E nonostante l’Argentina sia additata dai media come la probabile vincitrice della coppa del mondo, ci auguriamo sinceramente che ciò che non avvenga, per non far sì che l’oppio del popolo distolga nuovamente l’attenzione della gente dalle reali problematiche. E’ preferibile che la pressione esistente sulla gestione della affascinante Cristina resti alta, e che il suo popolo resti maggiormente interessato ai cacerolazos (le rivolte rumorose nelle strade di Buenos Aires) più che ai golazos di Messi.
Caro Diego, ci perdonerai, ma avrai occasione di rifarti. Poi se nel frattempo potessi attivarti per quel debituccio che hai nei confronti del fisco italiano, suoneremo una vuvuzuela anche per te.