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Slot machine e gioco d’azzardo. Per fortuna c’è Giorgetti

Meno slot machine? No, il governo ne vuole di più, altrimenti come si paga l’Imu? Se domani gli italiani smettessero di fumare e di giocare il Belpaese sarebbe alla bancarotta. Per fortuna c’è Alberto Giorgetti, ex An, che presidia e difende il settore da una campagna di denigrazione senza precedenti.
Giovedì 5 settembre il governo delle larghe intese presieduto da Enrico Letta, il rabdomante dell’euro, è stato battuto al Senato. La Lega Nord ha presentato una mozione che pone un freno ad ulteriori concessioni per le slot machine. In aula erano presenti 226 senatori su 315, quindi 89 assenti di cui, a quanto è dato di sapere, uno solo aveva una buona giustificazione per non esserci: Berlusconi Silvio. Gli altri chissà. Forse è colpa della bella stagione che prosegue.
Comunque, dei 226 presenti hanno votato effettivamente 224, due magari si sono distratti maneggiando il tablet. Si sa che son ragazzi. La mozione leghista ha raccolto ben 203 voti favorevoli, quindi pescando trasversalmente in tutti i partiti, solo diciotto contrari e tre gli astenuti, dato che c’è sempre qualcuno che non sa perché diavolo si trovi lì. Quindi, in linea teorica, non dovrebbero essere date altre concessioni alle slot. Bene potrebbe dire qualcuno. Ingenuo.

 

Bloccare l’espansione delle slot machine? Mai:

Male, invece, malissimo. Pensa il sottosegretario all’economia ed alle finanze con delega al tabacco ed ai giochi Giorgetti Alberto (ex Alleanza Nazionale ora coordinatore Pdl in Veneto) che immediatamente presenta le dimissioni (alleluia) immediatamente respinte dal ministro Saccomanni (doppio grido di alleluia), perché senza Giorgetti il governo non sarebbe più lo stesso (triplo grido di alleluia).
Bloccare l’espansione delle slot machine sarebbe una iattura per l’Italia, è «pura demagogia. Anzi così si fa un favore alla criminalità» dice Giorgetti e aggiunge «quella mozione avrebbe non solo scassato i conti dello stato ma anche prodotto un effetto contrario a quello voluto» (1).
Già, perché si perderebbero 6 miliardi di gettito e toccherebbe pagare la prima rata dell’Imu. Meno male che ci sono le slot e i giocatori altrimenti il povero Belpaese sarebbe veramente alla canna del gas. Anzi aumentassero.
Ciò che tuttavia non è chiaro è come conti lo Stato di incassare questi nuovi 6 miliardi visto che vanta un credito dai gestori delle concessioni sui giochi, in origine di 98miliardi poi ridotto a 2,5miliardi e deinde abbassato a 620milioni, che non riesce ad incassare. Sperare di incassare 6.000 quando non si riesce a recuperare 620 richiede un bello sforzo di fantasia. Quasi come immaginare uno sconto del 93% in una transazione fisco-contribuente dove Equitalia più che ad vampiro assetato di sangue (come spesso è sembrato ai più) assomigli ad una damina di san Vincenzo in vena di scialacquo.

 

Lo sconto dello Stato ai gestori di giochi:

Comunque, tutto regolare garantisce il Giorgetti che chiosa non trattarsi di uno sconto ma di una possibilità prevista dalla legge. Possibilità che evidentemente evapora quando si tratta di prendere la casa o il furgone o il capannone ad un povero diavolo che magari ha un debito di solo qualche migliaio di euro. Perché bisogna essere come lo sceriffo di Nottingham: prendere ai poveri per dare ai ricchi. Che nell’altro senso non verrebbe facile e neppure farebbe ridere. Ma, come noto, la legge che deve essere uguale per tutti per taluni è di molto più uguale.
Si penserà che questi del Giorgetti siano equilibrismi verbali ma non son nulla rispetto a quanto è riuscito a dire durante la conferenza stampa di Enada Primavera 2013 (Mostra internazionale degli apparecchi da intrattenimento e da gioco che si in quel di Rimini a marzo e a ottobre a Roma). Non era ancora sottosegretario. Un piccolo estratto del Giorgetti-pensiero (2):

 

La tesi del sottosegretario Giorgetti:

  • “La prima riflessione è legata al fatto che questo settore sia stato sostanzialmente abbandonato a sé stesso se non per il tramite gestionale importante, nella difficoltà ovviamente della situazione, connessa all’autorità di riferimento che sono l’amministrazione dei monopoli di stato oggi agenzia dell’erario”

  • “Non è immaginabile che un settore che ha una sensibilità d’impatto sociale e che prevede una normativa specifica e quindi sostanzialmente un regime di monopolio che differenzia gioco lecito da gioco illecito, debba affrontare una campagna complessiva di denigrazione senza precedenti.”

  • “In Italia c’è stato un lavoro straordinario da parte delle aziende per portare avanti un percorso di innovazione tecnologica. Stare coi tempi del mercato: nuovi prodotti, nuove offerte. Quindi uno dei settori più innovativi in assoluto”

  • “C’è evidentemente da perimetrare in modo chiaro i numeri di impatto vero del problema della ludopatia che è palesemente sovradimensionato rispetto a quello che è l’impatto reale”

  • “A volte l’idea che appare nelle istituzioni è che ci sia una sorta di controparte per cui ci sono quelli che piazzano le macchine, poi ci sono quelli che dicono che le macchine non vanno bene, quelli che ritengono che le macchine servono perché comunque quanto meno c’è un gettito nelle casse dell’erario, perché nessuno parla più del gettito. Pensare di eliminare le Awp (slot machine ndr) in questa fase significa che qualcuno deve andare a spiegare come va a coprire questo gettito.”

  • “Perché lo legavo (il gettito delle slot machine ndr) alla materia del tabacco che vede una riduzione del 15/20% del gettito. Se si inserisce un nuovo prodotto sul mercato che va a sostituire quella che è una fetta di consumo del fumo, è evidente che c’è un impatto sul gettito.”

  • “Vogliamo sommare i due miliardi di questo settore (mancato gettito dal tabacco ndr) con quelli derivanti da una demonizzazione nonché una iniziativa maldestra sul piano delle Awp?”

  • “Una percezione (negativa ndr) che nell’opinione pubblica deve essere riportata a elementi di correttezza puntuale. Cosa che ho l’impressione che in questo momento non avvenga.”

  • “Non dobbiamo aver paura degli elementi di novità, specie se gli elementi di novità sono finalizzati a costruire la possibilità di, diciamo così, creare dei prodotti che hanno caratteristiche più interessanti per il mercato e quindi sviluppo, occupazione e crescita”

Quanti soldi per curare i ludopatici?

Che tradotto in poche parole e magari pure con l’ausilio dei vari tempi del congiuntivo, sta a significare che se si fumasse di più e si giocasse di più si prenderebbe il posto della Germania come locomotiva dell’Europa.
Il fatto che i suoi colleghi di governo, Ministero della Sanità, stimino, per difetto, i ludopatici (affetti da Ludopatia) in 700.000 di cui 300.000 patologici (3) e che per curarli tutti, non per guarirli, ci vogliano circa 150 milioni (farmaci esclusi) non è cosa che preoccupi il Giorgetti tutto intendo a «perimetrare» (è parola sua) la positività di questo mercato.
Chissà perché, per dare il buon esempio, non comincia lui a fumare ed a stare tutto il giorno davanti a una Awp a giocarsi l’indennità da parlamentare e magari anche qualcosa in più. Si avrebbero così due vantaggi: starebbe lontano dal ministero (e dal Parlamento) e metterebbe una pezza al calo del gettito.

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(1)    Corsera venerdì 6 settembre 2013 pag.10 «demagogia pura, così si fa un favore alla criminalità»

(2)    http://www.youtube.com/watch?v=VCHEiMxDO3Q

(3)    http://www.huffingtonpost.it/carlo-eugenio-vitelli/ludopatia-da-curare-come-_b_2477638.html

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Scritto da

Blogger satirico, polemico, dadaista, ghibellino, laico, uomo d'arme e di lettere - Il Vicario Imperiale

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