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Satira

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Spread sceso sotto i 300… Abbiamo vinto qualche cosa?

Articolo tratto dal audio ebook di Quintadicopertina, Satira al telefono di Carlo Gubitosa ha infatti intercettato se stesso mentre telefonava a partiti politici, banche, religiosi, funzionari statali, facendo domande scomode, paranoiche e paradossali. Ha registrato tutto e poi ha pubblicato su “Il Male di Vauro e Vincino” il cuore di queste divertenti e raggelanti discussioni.

Clamoroso! Dopo tante lacrime e sangue, lo spread scende sotto i 300! Finalmente ritornerà il benessere, abbasseranno il prezzo della benzina, saliranno gli stipendi, mia mamma avrà di nuovo la pensione agganciata all’inflazione e saremo salvi da questa crisi così feroce. O no?
Per essere sicuro, provo a chiamare il Ministero delle Finanze, che di spread ne capisce di sicuro più di me. Ma le risposte non sono consolanti: anche l’entourage del governo più tecnico dell’universo brancola nel buio e deve sopravvivere con milleddue al mese. Che ne sarà di noi? Vedremo mai la fine del tunnel?

Dialogo con il Ministero delle Finanze:

CARLO G.: Salve, mi scusi, volevo un’informazione, io sono un semplice cittadino…
MINISTERO: Deve chiamare l’ufficio relazioni, questa è la segreteria particolare del capo di gabinetto…
CG: Magari lei mi può rispondere in un secondo… io ho visto che questo famoso spread è sceso a 300, ma adesso come si riflette questa cosa sui nostri conti correnti…
M: Ma che domanda, mi perdoni, non lo sappiamo, non è una pratica d’ufficio, non so che dirle, siamo tutti uguali…
CG: Non è che ci alzano i tassi sui conti correnti? Che beneficio c’è?
M: Non lo so, stiamo nella stessa barca, anche se lavoriamo nello stesso ufficio siamo tutti nella stessa barca…
CG: No, perché abbiamo fatto tutti questi sacrifici per lo spread, però adesso che ci torna? gubitosa
M: Eh lo so, ma qui bisogna andare in Parlamento non qui.
CG: Mi consola, quindi non sono il solo a brancolare nel buio…
M: Certo, è la conferma, siamo tutti stipendiati, come lei.
CG: Quindi anche lei non sa che benefici arriveranno?
M: No, macché, non lo so, sarei una maga.
CG: E tutte queste lacrime e sangue? Abbiamo abbassato lo spread e mo’ manco ci dicono che sò, uno zerocinque per cento in più sui conti correnti.
M: Deve parlare con loro direttamente, chiami la segreteria di Monti che fa prima.
CG: Ma non ci abbassano neanche la benzina?
M: Ma che… mi perdoni… guardi… [Ride]
CG: Ma allora qual era lo scopo di tutto questo?
M: Senta, non è che posso stare al telefono, io la capisco, la capisco, sono nelle stesse condizioni sue, io prendo milleduecento e sto qui dentro, mi levano l’inps, tutto quello che levano a lei, uguale e identico, abbiamo i figli, non lo so come andremo avanti, che le devo di’? Non so che dirle, siamo tutti nella stessa barca.
CG: Allora le esprimo la mia solidarietà, e speriamo che ci dicano qualche cosa magari a livelli più alti.
M: Tanto non ce lo diranno, le cose cattive non ce le dicono tutte.
CG: Speriamo di vedere la luce in fondo al tunnel.
M: Appunto, appunto.

Codice deontologico dell’attività giornalistica:

Il Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica parla chiaro: “Il giornalista che raccoglie notizie (…) rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta”.
E deve farlo tutte le volte che “nell’ambito dell’attività giornalistica e per gli scopi propri di tale attività” intende attuare “l’esercizio del diritto dovere di cronaca, la raccolta, la registrazione, la conservazione e la diffusione di notizie su eventi e vicende relativi a persone, organismi collettivi, istituzioni, costumi, ricerche scientifiche e movimenti di pensiero”.
Ma allora perché tutti i contenuti di questo libro sono stati ottenuti registrando telefonate a insaputa dei miei interlocutori, millantando le identità, le professioni e le motivazioni più varie, e usando le reti telefoniche per infiltrarmi all’interno di sedi di partito, uffici della Banca d’Italia, compagnie ferroviarie, parrocchie, uffici SIAE, Università private, alberghi, ospedali, moschee, negozi di dischi usati, uffici Digos, procure, organizzazioni militanti di estrema destra, ministeri, redazioni di quotidiani nazionali e centri di ricerca?
Lo spiega lo stesso codice deontologico quando aggiunge che l’obbligo del giornalista di giocare a carte scoperte resta in vigore “salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa”. Escludendo i rischi per la mia incolumità, resta da chiedersi se c’erano altri modi per raccogliere le stesse informazioni con strumenti diversi dalle telefonate sotto mentite spoglie. Carlo Gubitosa

Pubblicato in Satira

Scritto da

La Vera Cronaca, giornale online libero e indipendente

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