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Uso obbligatorio dei Pos:
Comunque il decreto POS fu approvato e nel giro di un anno (dicembre 2013) ne venne definita l’attuazione. Ovviamente non si è tenuto conto né del costo dell’oggetto, viene ceduto in comodato dalle banche a fronte di un canone d’affitto, né della metodologia di calcolo del costo della singola operazione e neppure della dimensione del punto vendita.
Non ultimo che questa spesa sarebbe andata ad aggiungersi a tutti gli altri balzelli e tassazioni che, ancorché evasi, rappresentano la croce di ogni contribuente. Già perché il costo di tutta l’operazione viene poi, a rigor di logica, ribaltato sul cliente. Quindi aumento del costo della vita quindi aumento dell’inflazione.
Senza contare che la disposizione dice che l’avere il Pos non implica il suo obbligatorio utilizzo ma solo la possibilità per il cliente di effettuare il pagamento in modalità elettronica. Ma non è che si può stare a guardare tutto. Specialmente quando a sproloquiare sono dei docenti. Quindi come porre rimedio a tutto ciò?
Nessuna sanzione per chi non rispetta:
Nel modo più semplice ovvero definire l’obbligo ma non la sanzione per chi a quell’obbligo non si attiene. E così da oggi tutti i negozi ma anche tutti gli artigiani, incluso l’idraulico che non si trova mai perché sempre occupato e che piange miseria ad ogni piè sospinto, incluso il professionista, dentista od avvocato o architetto che sia, dovrà possedere un POS per obbligo ma non necessariamente dovrà usarlo.
E se scoperto a non usarlo non potrà essere sanzionato poiché il legislatore non ne ha definito e neppure l’entità della sanzione. Senza contare che non c’è alcun reale vantaggio per il cliente ad effettuare il pagamento con il marchingegno in questione (ad esclusione del non andarsene in giro con il portafoglio gonfio) e quindi può pensare di accordarsi con il fornitore del servizio in altro modo.
Le esperienze di Portofino e di Cortina con l’incremento del numero degli scontrini fiscali alla semplice vista di una divisa qualche cosa avrebbe dovuto insegnare. E tutti avevano il simpatico POS che faceva bella mostra di sé sul banco, vicino alla cassa. Comunque bene così.
Un provvedimento che non combatte l’evasione:
Però che succede nell’ideale mondo del governo se un cliente ha esaurito il plafond della sua carta di credito ed è mal messo sul suo conto corrente bancario? E ha dimenticato a casa il bancomat? Non potrà fare la spesa?
E se ci si accorda con il panettiere o il ristorantore per due scontrini da 25,00€ cadauno invece di uno da 50,00€? E per le persone anziane che non hanno dimestichezza con questi mezzi di pagamento elettronici? E per gli stranieri che lavorano in Italia ma non usano i servizi bancari impegnati come sono a mandare i soldi guadagnati alle famiglie nei paesi d’origine? E per chi non può sostenere il costo dei servizi bancari? E si potrebbe andare avanti.
Tutto questo si chiama complessità. E comunque non è con il POS che si potrà combattere con efficacia l’evasione fiscale. Sempre più il Belpaese del terzo millennio assomiglia alla Milano manzoniana dove la ferocia delle grida del governo era inversamente proporzionale alla loro efficacia.