In questo articolo parliamo di:
Il compromesso storico:
Mumble, mumble, mumble (perché quando questi pensano si sentono gli ingranaggi mettersi in moto disturbando così i criceti che in quelle scatolette craniche comodamente alloggiano) ecco che ti salta fuori la geniale idea di riferirsi, nell’ordine, al compromesso storico, esperienza che, per bacco baccone, non s’è mai fatta e la kafkiana situazione delle larghe intese.
E, avrebbe visto la moschina, le ore di lavoro straordinario degli attaché e come, alla fine, si siano complimentati tra loro battendosi reciprocamente il cinque. E come siano rincasati a notte fonda distrutti, puzzolenti di sudore con le occhiaie e i capelli spettinati e la cravatta lenta. Ovviamente non hanno ricordato che l’iconoclastico Giancarlo Pajetta, non a caso con Napolitano ci ruzzava poco, definì la non sfiducia come:« è qualcosa che non gli diamo ma che gli basta». Che come epitafio è più che sufficiente.
Poi per essere sicuri di essere ben capiti, quelli che hanno lavorato al discorso ti buttano là anche un «Certe campagne, che si vorrebbero moralizzatrici in realtà si rivelano nel loro fanatismo negatrici e distruttive della politica.» Roba vecchia un po’ trita e stantia come se a distruggere il senso della politica non ci avessero pensato già di loro, e con dovizioso impegno, quei deputati e sanatori indagati e magari pure già condannati. Non considerando, ovviamente, quelli che han lasciato correre per anni privilegi e ruberie. Che delle due l’una o erano conniventi o troppo sciocchi. Che il dubbio tra inanità e stupidità è più che amletico. Comunque, tutti capiscono e lo dicono alla radio e alla televisione e lo scrivono sui giornali, che il riferimento è al M5S.
Grillo, Bersani e Berlusconi:
Grillo incassa e ringrazia. Rapido rinculo del Quirinale: «Non ci si riferiva a voi». Ma è evidente: ad altri brutti sporchi e cattivi, Anche se trovarli è un problema perché, grillini a parte, di antipolitica in giro non ce n’è poi tanta. Con ciò facendo passare per fessi la gran parte dei giornalisti italiani. Ma questi ci sono abituati e tutto sommato sono dei buoni incassatori. Complimenti. Chissà come se la sarebbe risa la mosca vedendo il lavoro ante e quello post. E i commenti. Da sganasciarsi.
E si deve essere pure sbellicata nell’assistere all’incontro tra un fine dicitore di aforismi e un barzellettiere incallito che i teatri d’avanspettacolo del mondo ci invidiano. Pare si siano appartati e abbiano voluto stare soli. Meglio che le virginee orecchie di Alfano, Gasparri, Letta (Enrico) della Moretti non sentano. Potrebbero esserne turbati.e non rimettersi dalloshock. Vuoi mettere che magari ce li si trova suonati.
Bersani avrà esordito con:«Ti conosco mascherina» e Berlusconi avrà risposto con un «Ci sono un italiano, un francese e un tedesco…». Poi Bersani avrà tirato fuori qualcosa sul liocorno spiazzando per un momento il Berlusconi che avrà contrattaccato con: «Mubarak torna a casa la sera e trova sua nipote che …» . E la mosca giù a ridere e a tenersi la pancia.
Renzi tagliato fuori?
Così come la moschina si sarebbe divertita a sentire tutti i conciliaboli per far fuori Renzi dal team di grandi elettori (perché poi grandi?) della Toscana. Chissà come se lo saranno detto e che paroloni avranno usato: strategia, interesse del popolo, vantaggio per il partito, scelta dolorosa ma necessaria, i mercati, le imprese, la finanza. Potranno quelli del Pd citare finanza e mercati? O è roba solo dall’ormai trasparente Monti e tecnici vari?
E quali giri di parole per potersi un domani giustificare dicendo che no, loro intendevano dire ma non sono stati capiti. E giù sbrodolando come se stessero facendo cose serie. E il fatto è che avranno pensato per davvero di essere seri. E la mosca sempre a ridere perché lei vede il film in diretta. E da tutte le angolazione. Con buona pace della privacy. Chi non vorrebbe essere una mosca alzi la mano. E non solo per il divertimento. Le mosche non hanno il problema della fine del mese. Ma nenanche ce l’hanno quelli di cui sopra. Prosit.