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Melandri, D’Alema, Santanchè, Alfano: il venerdì di passione

Il venerdì è sempre stato, almeno da duemila anni a questa parte, giorno di passione ed a nessuno è consentito di schivarlo. Si pensi che è toccato anche a un signore di cui si diceva avesse buone aderenze nel regno dei cieli. Figurarsi se noi che, più debolmente, siamo solo dei mortali con poche conoscenze anche nel condominio possiamo scampare al venerdì.
Già le cose si sono un po’ allentate rispetto a solo qualche decina di anni fa; non è più obbligatorio mangiare in bianco e neppure solo pesce con un filo d’olio, essendo la carne, gli intingoli e il prosciutto rigorosamente banditi dalla tavola, del dolce neanche a dire. Però da qui a pensare di scantonare ce ne corre.
La nostra penitenza è data dalla lettura dei giornali e questi, venerdì 19, ce l’hanno somministrata tutta. Un dramma in 5 atti dal titolo per l’appunto: Venerdì è giorno di passione.

Personaggi e interpreti: il ministro ai Beni Culturali: Lorenzo Ornaghi, l’in procinto di essere ex parlamentare: Giovanna Melandri, il non cane morto: Massimo D’Alema, le orfanelle di D’Alema: Marina Sereni, Marianna Madia, a deputata che di plastica se ne intende: Daniela Santanchè, il martire del pdl: Angelino Alfano, l’aspirante che rispunta da nulla: MariaStella Gelmini

 

Atto 1: Giovanna Melandri presidente del Maxxi

Che bel Paese l’Italia: i politici che non si sentono più in grado di fare politica nominano i tecnici per governare e i tecnici per gestire posti da tecnici nominano politici. Ma dove si trova un paese così? Neanche Woody Allen sarebbe in grado di imbastire una storia surreale come questa. Mrs. (è ammmerikana) Giovanna Melandri (cugina di Giovanni Minoli) non è ancora uscita dal parlamento nel quale entrò alla tenera età di 35 anni che già è stata piazzata in un altro posto: presidente della fondazione Maxxi. Bene. Che velocità.
Probabilmente il ministro Ornaghi ha pensato che Mrs Melandri sia meglio di tanti tecnici italiani specializzati nella materia, per esempio, giusto per fare un nome, di Claudia Ferrazzi, 34 anni da Bergamo sposata e madre di due bimbe, che ricopre la carica di administrateur général adjoint.(vice amministratore generale) al Louvre, Piccolo museo di provincia, in Francia, che ha quasi 9 milioni (diconsi 9milioni) di visitatori all’anno. Bravo ministro tecnico Lorenzo Ornaghi.
Quando si parlava di stipendi dei parlamentari Mrs Melandri che li difendeva disse: “E quel che mi dispiace è che in futuro non ci potrà essere un’altra Giovanna Melandri, una ragazza come me che a 35 anni lascia un lavoro da economista in Montedison e decide di servire il suo Paese”.
E poiché la storia si ripete, grazie al ministro Ornaghi fra qualche anno Mrs Melandri avrà la possibilità di dire: “E quel che mi dispiace è che in futuro non ci potrà essere un’altra Giovanna Melandri, una signora come me che a 50 anni lascia lascia un seggio da parlamentare e decide di servire la cultura del suo Paese”.
Signor ministro tecnico Ornaghi se avessimo voluto continuare con le fesserie (per non dire altro) ci saremmo tenuti i ministri politici di prima e non avremmo chiamato dei tecnici. O lei vuol farci capire che non c’è differenza?

 

Atto 2: D’Alema e la scissione del Pd

E bravo D’Alema, per dimostrare di non essere un “cane morto” ma di essere uno che “quando la situazione si fa grave si mobilita” fa sapere al globo terracqueo che nel caso Matteo Renzi vincesse le primarie lui si farà promotore di una scissione e fonderà un nuovo partito. Partito? Sì forse partito è parola grossa sarà un nuovo partitino del 2/3%. Alla Fini.
Certo che, come ha evidenziato da Lilli Gruber, Renzi è un uomo che divide mentre lui, D’Alema, invece no. Lui è uno che unisce e per questo si unirà in un partito tutto suo. Mentre Renzi ha detto che se perderà si metterà al servizio del vincitore. Non si sa se la promessa verrà mantenuta ma quel che è certo è che questa frase è enormemente più smart di quella dalemiana. Che per essere D’Alema il più intelligente… E tutto questo per dimostrare di non essere “un cane morto”. E se ci provasse invece a fare il cane morto?


Atto 3: Daniela Santanchè e il Pdl

Daniela Santanchè: “L’apparato è un cancro, il pdl va azzerato, chi ha un incarico deve dimettersi. A cominciare da Alfano
Angelino Alfano 1: “E’ una linea sfascista noi ne abbiamo un’altra…” Già. Ma Berlusconi lo sa?
Angelino Alfano 2: “Cacceremo dal partito i ladri, i ruba galline i gaglioffi, malfattori perché noi faremo in modo che costoro non sporchino la nostra bandiera.” Visto quel che è successo nel Lazio e sta accadendo in Lombardia la naturale domanda è: in quanti resteranno?
Angelino Alfano 3: “Non siamo di estrema destra, non ci ispiriamo a Le Pen, non siamo contro l’Euro o l’uscita dall’Ue e non intendiamo esprimere un giudizio pessimo sul governo Monti”. Domande: e La Russa? e Gasparri? e Storace? E Berlusconi non aveva detto che…

Poi per fortuna il venerdì dura solo 24 ore e quatto quatto arriva il sabato. Si può dormire di più e magari anche vivere la vita un po’ più lentamente. Forse.

Pubblicato in Satira

Scritto da

Blogger satirico, polemico, dadaista, ghibellino, laico, uomo d'arme e di lettere - Il Vicario Imperiale

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