Berlusconi e la scelta di lasciare la politica:
Quand’ecco che t’arriva l‘uomo nero. Nero per via della toga s’intende. Bhè quest’uomo nero vede bimbini e nonnini tutti intenti nei loro lavorini e che ti fa? Una cosa da nulla. Dà un semplice colpetto allo spigolo del tavolo e la casetta di mattoncini di legno ed il castello di carte cadono, neanche fossero incappati nel tornado Caterina. Ma signori giudici vi rendete conto di quello che avete fatto? Aveva deciso di ritirarsi e voi grazie al vostro colpo d’ingegno lo ributtate tra i piedi del Paese. Ma questa è cattiveria. Cattiveria vera. E c’è anche un po’ masochismo.
Avete voluto strappare un padre a cinque figli e un nonno a sei nipoti, che questi sono veramente suoi e non di Mubarak, per ributtarlo addosso a sessanta milioni di italiani, che con lui non hanno nessun grado di parentela, senza considerare gli extracomunitari regolari e clandestini e i turisti.
Pensate anche ai turisti. Forse quegli undici, tra figli e nipoti, se lo volevano tenere ben stretto, vicino vicino, tutto per loro e non intendevano più dividerlo con altri. E quasi tutti gli italiani, che c’è sempre qualche bastian contrario, glielo avrebbero lasciato pure volentieri.
E invece, arriva il solito giudice e zac, con una sentenza rovina tutto. Eh sì che bastava essere un po’ più clementi e Silvio, s’intende Berlusconi, sarebbe quasi scomparso. L’aveva già detto che si sarebbe ritirato (La discussa storia politica di Silvio Berlusconi). L’aveva detto contro voglia e si capiva, ma oramai l’aveva detto e, come sanno anche i nipoti suoi, glielo insegnano all’asilo, la parola data non si cambia. Quando mai!
Aveva solo bisogno di una scusa Silvio Berlusconi e voi avete abboccato. L’avete condannato a quattro anni di cui tre già indultati e lui ne ha approfittato. Alla faccia di Ferrara Giuliano che ha passato notti e notti a scrivergli il discorso della ritirata e di Angelino Alfano che non ne può più di avere uno zio aggiunto. Non gli potevate dare solo tre anni? Così con gli indulti vari finiva quasi con un pareggio. Condannato ma indultato. E si tirava un sospiro di sollievo.
Cambio programma, esultano tutti: da Sallusti a Crozza
Adesso invece tutti gli italiani dovranno sorbirsi altri mesi di sproloqui a base di “mi consenta” e “per fortuna che Silvio c’è” e “le serate di Arcore erano di classe” e “i comunisti mangiano i bambini” e “togliamo questa tagliamo quello” e “abbasso le tasse che non vanno pagate” e “l’IMU … e l’euro”. Insomma le solite robette da dilettanti allo sbaraglio. Che Merkel e Sarkozy, che erano amici suoi, e il resto dell’Europa già ci hanno (de)riso sopra.
Si pensava di essere felicemente usciti dalle quattro fasi infantili (mai così appropriate pensando a questi anni) e di essere entrati in quella della maturità. E invece forse no. E’ vero che si nasce per soffrire e ai nati di questo periodo gli tocca Silvio Berlusconi.
Ovviamente non tutti soffrono. Qualcuno brinda. Per esempio Alessandro Sallusti e Daniela Santanchè e forse anche Vittorio Feltri e senz’altro la Mussolini e la De Gerolamo e la Brambilla e quella manciata di deputate che si definisce le amazzoni azzurre. Queste sono ferme al tempo di quando giocavano coi puffi. Per dire dei suoi amici.
E senz’altro brinderà anche qualcuno di insospettabile come Crozza e Vergassola. Giusto per dirne due, che qualcun altro c’è senz’altro. Avranno ancora di che scrivere per far ridere gli abitanti del Bel Paese. Ma per loro è lavoro: sono pagati un tot a risata.