In questo articolo parliamo di:
Storia dei condoni in Italia:
Annullamento totale o parziale di una pena dunque: come avviene questo provvedimento? È presto detto, mediante il versamento di una certa somma di denaro che varia in base a ciò che si intende condonare. Un provvedimento che, come facile intuire, ogni qualvolta venga intrapreso lascia sempre l’amaro in bocca a chi viceversa ha agito secondo regole e in piena legalità.
La storia dei condoni nel nostro paese come dicevamo è piuttosto nutrita: in materia di condono fiscale ad esempio, per rimanere in tempi recenti e senza tornare troppo indietro nel tempo (si parla anche di Antica Roma e dell’ imperatore Adriano che, nel 118 d.C. per attirare consensi cancellò i debiti di tutti i cittadini dell’Impero), possiamo partire dal 1973 quando l’allora ministro delle Finanze, Emilio Colombo, concesse il condono fiscale: la risposta dei cittadini fu piuttosto evidente, secondo i dati di FiscoOggi, la pubblicazione dell’Agenzia delle Entrate, aderirono alla sanatoria 2 milioni e 700mila tra singoli contribuenti e imprese, assicurando alle casse dello Stato 3mila miliardi delle vecchie lire.
Nel 1976 fu la volta di un condono valutario (o scudo fiscale), che portò nelle casse dell’ erario 2mila miliardi di lire. Passiamo quindi al 1982, governo Spadolini e ministro delle Finanze è Rino Formica, per quello che è considerato il padre di tutti i condoni: l’operazione durerà un paio di anni tra varie riaperture e porterà nelle casse 11mila miliardi di lire (4mila nell’82 e 7mila nell’83).
Da Andreotti a Berlusconi:
Altri ne sono seguiti: dal governo Andreotti sempre con ministro delle Finanze Rino Formica (siamo nel 1991) che si ferma a quota 6mila e 500 miliardi di ‘incasso’, a quello del 1995 concesso dal governo ‘tecnico’ di Lamberto Dini con Augusto Fantozzi Ministro delle finanze che porta in cassa poco meno di 5mila miliardi di lire, arrivando ai più recenti, quelli del 2003 (che non diede i frutti sperati, secondo quanto emerse da uno studio successivo della Corte dei Conti mancarono 5 miliardi sui 26 inizialmente previsti dal provvedimento ) e del 2009 concessi dalla coppia Berlusconi – Tremonti.
Quello del 2009 per la precisione fu un cosiddetto ‘scudo fiscale’, vale a dire una sanatoria per favorire il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività finanziarie e patrimoniali illegalmente detenute all’estero a fronte del pagamento di una somma.
I condoni edilizi:
Medesimo è il discorso per i condoni edilizi: anche qui si tratta di sanare (con una legge) un abuso da parte di cittadini che hanno commesso una violazione e sarebbero passibili di sanzioni penali e pecuniarie, e anche qui la lista sarebbe lunga: si parte dal governo Craxi del 1985, ad un altro sempre da parte del governo Lamberto Dini del 1995, finendo con vari governi con Berlusconi nei quali, in più riprese (1994, 2003, 2004), si è ricorso al condono edilizo.
Come si vede in sostanza, la pratica del condono è piuttosto diffusa nel nostro paese ogni qualvolta ci sia bisogno di nuova linfa per le casse dello stato dato che, in linguaggio estremamente spiccio, viene cancellata una pena o una sanzione in cambio di un pagamento di una somma.
Se sia giusto o meno non è dato sapersi, il motto è quello del fine che giustifica i mezzi: ciascuno può scegliere liberamente come pensarla.