D’Alema e la corsa per il Colle:
Però se questa era la sua aspirazione avrebbe potuto arruolarsi già diciottenne nella Marina Militare che proprio questo ha sempre promesso ai giovani di belle speranze: «Diventerai un tecnico e girerai il mondo.» Il mondo lui l’avrebbe girato prima e agli italiani sarebbero stati risparmiati altri giramenti.
Peccato che il giovane D’Alema non abbia colto a suo tempo questa opportunità e si sia messo a seguire le orme del papà che fu deputato per cinque legislature. Ma si sa che nel Belpaese i figli dei farmacisti fanno i farmacisti quelli degli avvocati si ritrovano avvocati e quelli dei politici non possono quasi mai scantonare: politici anche loro. Peccato.
Un po’ maliziosamente la Gruber ha fatto notare al suo ospite di aver perso l’occasione di diventare Mr. Pesc (figura istituzionale dell’ Unione europea con il compito di rappresentare politica estera e sicurezza comune) e che, pure in questa tornata, non ci sia per lui alcuna speranza di aspirare alla sostituzione di Napolitano.
Il nostro ha risposto:«Io penso che è tempo (per lui i congiuntivi sono sempre stati un optional) di eleggere una donna.» La Gruber ha sottolineato che è la stessa opinione della Boldrini e qui il vecchio leone ha reagito: lui l’aveva detto prima. Sottolineatura fondamentale da tramandare ai posteri.
Scissione nel Pd:
Così come, sempre grazie a lui, l’Italia ha avuto Ciampi e Napolitano perché il suo intervento in entrambe le elezioni è stato cruciale. Chi mai avrebbe potuto metterlo in dubbio.
Chicchetta (nel senso di piccola chicca) della trasmissione, il D’Alema prima ha minacciato la scissione «Se qualcuno pensa che la sinistra, lasciamo stare la generazione, abbia smobilitato si sbaglia. Fa un calcolo sbagliato e secondo me si troverà di fronte a qualche sorpresa.»
Quale sorpresa? «Beh che a un certo punto una parte di questo partito prenda un’attitudine più combattiva. Nel senso che la pazienza se sfidata oltre un certo limite potrebbe ….» Potrebbe cosa?
«Sempre minoranza resta ma potrebbe alternarsi, maggioranza, minoranza si può tornare maggioranza dipende la vita politica è piena … anche qui non è finita la storia.» Proprio un bel discorsino, sembrava di sentire il Presidente della Sampdoria Ferrero. Il tutto condito dal solito intercalare «Diciamo», lo sguardo talvolta perso nell’infinito, risatine solitarie e mossettine della testa alla Ridolini.
E poi ci si domanda perché il partito prima e gli elettori poi abbiano scelto Matteo Renzi: non perché sia più bravo ma semplicemente perché è meno peggio. E la quantità di peggio che il fiorentino aveva di fronte era veramente tanta, troppa. Bastava quindi esserlo un cicinin di meno e e il gioco era fatto. E così è stato.