La scoperta del telelavoro e l’interesse per i libri
Poi le aziende, almeno quelle più lungimiranti, hanno scoperto il telelavoro, meno ore spese per il tragitto casa-ufficio-casa, meno auto in circolazione, quindi meno traffico e dunque meno inquinamento. Non si può dire di no. Sta anche ricrescendo, pure se troppo lentamente, l’interesse per i libri, in particolare per i classici e tra questi spicca La peste di Camus, sarà un caso, che sta vivendo una nuova primavera. E questo è molto bello.
Possiamo finalmente scrollare le spalle e magari spernacchiare quei neghittosi economisti da talk show che da anni ci stanno sfracassando i cabbasisi sproloquiando su spesa pubblica, spending review e sanità. E si potranno sbertucciare tutti quei geni della lampada che hanno imposto prima il numero chiuso alla facoltà di medicina, adesso ci mancano diecimila medici e altrettanti infermieri, e poi nel nome della razionalizzazione hanno cancellato i piccoli ospedali di presidio sul territorio e adesso ci mancano i posti letto.
Rugby, la buona notizia: rimandato il nostro quindicesimo cucchiaio di legno
Coronavirus sta facendo capire che agevolare la sanità privata a scapito di quella pubblica è stata una fesseria. D’altra parte quando le banche diventano azioniste degli ospedali c’è qualcosa che non va. E anche a questo mai saremmo arrivati senza il coronavirus.
Infine l’ultimo fatterello: gli ultimi due incontri della nazionale di rugby nel 6 nazioni, contro Irlanda e Inghilterra sono stati rimandati il che significa che è anche rimandato il nostro quindicesimo cucchiaio di legno. E anche questo fa bene al morale. Buona settimana e buona fortuna.