In questo articolo parliamo di:
Crollo della Domus Aurea:
Il crollo ha interessato 60 metri quadrati di superficie intaccando pesantemente una delle gallerie traianee. Gli esperti non escludono che a questo crollo potrebbero seguirne presto degli altri.
La Domus Aurea starebbe cedendo per via delle infiltrazione d’acqua che rendono il terreno instabile: fino ad ora, infatti, non sono mai stati fatti lavori di salvaguardia per “mancanza di finanziamenti”. Pezzi di storia crollano anche dalle Mura Aureliane dove, sempre in primavera, è venuta giù una porzione dell’Arco all’altezza di via Nola, del Colle Oppio e di via Guerrieri, nel quartiere di San Saba. Pezzi di frammenti delle mura sono venuti giù anche all’altezza di Piazza della Croce Rossa, facendo, finalmente, scattare l’allarme per la messa in salvaguardia dell’intera cinta muraria.
Mentre Umberto Croppi, Assessore capitolino dei Beni Culturali, minimizza sull’emergenza dei crolli, commentata di recente anche dal New York Times, Alemanno indice riunioni a cui aderiscono fior fiori di architetti e urbanisti, con lo scopo di mettere a punto avveniristici progetti di riqualificazione urbana.
Grattacieli nelle periferie di Roma:
L’idea di costruire grattacieli nelle periferie della Capitale,visibilmente al collasso da un punto di vista sociale, oltre che economico, nasce infatti dal presunto bisogno di una nuova identità creativa da dare alla città, in linea e complementare con il suo glorioso passato.
Peccato che il passato stia cadendo a pezzi, rendendo quindi più che legittime le aspettative e i dubbi sulle costruzioni previste nell’immediato futuro. Intanto Silvio Barrano, vice presidente dell’associazione nazionale archeologi, fa notare come i beni che dovrebbero essere tutelati dallo Stato, essendo tra l’altro patrimonio dell’umanità e non solo di Roma e dei romani, siano abbandonati a loro stessi per via dei finanziamenti bloccati da anni verso l’arte e la cultura.
L’ulteriore conferma di come le zone archeologiche e culturali siano completamente abbandonate, nella totale noncuranza di chi dovrebbe salvaguardarle, è data inoltre dal visibile degrado che ricopre i monumenti: un abbandono visibile da chiunque, non solo dai milioni di turisti che visitano la città ogni anno.
Il degrado dei Fori Imperiali:
Sotto al Campidoglio, nei Fori Imperiali, accanto alle gesta del passato campeggiano ugualmente fiere svariate bottiglie di plastica, lattine e cartacce. La sporcizia dei siti archeologici raggiunge il massimo della vergogna sotto gli occhi del sindaco: ai piedi di Piazza Venezia, sotto l’Altare della Patria, una colonia di rifiuti presenta infatti ai turisti i resti dell’Insula dell’Area Coeli.
Quasi beffardamente proprio sotto il cartello della sovraintendenza dei Beni Culturali una colonia di sporcizia si accumula indisturbata; lo stesso si verifica nell’area archeologica di Largo Argentina, dove le rovine sono invase da buste di plastica, giornali, bottiglie e rifiuti vari. I tassisti fermi in attesa dei clienti ci dicono che non notano interventi particolari di manutenzione e pulizia di questi resti archeologici. Tramite il ristorante all’angolo della piazza, di fronte all’edicola, scopriamo infatti che “qui a pulire ci vengono più o meno una volta al mese”. Dove finiscono i nostri soldi, destinati anche alla salvaguardia e alla pulizia dei siti archeologici, resta un mistero.
Circo Massimo e rifiuti:
Il Circo Massimo, sede delle grandi battaglie e dei giochi navali che un tempo intrattenevano i romani, è ugualmente invaso dai rifiuti; anche lo Stadio di Domiziano, che costeggia in modo sotterraneo Piazza Navona, non è risparmiato da questo scempio. Proprio affianco di una delle entrate c’è un piccolo negozio di souvenir, dove decidiamo di entrare per chiedere ai negozianti ogni quanto si verificano interventi di pulizia e manutenzione.
Ci viene detto che nell’ultimo anno e mezzo non sono mai stati notati interventi di questo tipo, o misure particolari per pulire il sito. Ci viene proposto di scendere nello scantinato del negozio, adibito a magazzino per la merce, dove c’è una finestra dalla quale si vede bene l’interno dello Stadio sotterraneo. La fortuna inaspettata di poter osservare questa parte di Roma antica da un punto di vista così privilegiato ed esclusivo perde molto della sua magia alla vista delle molte cartacce che notiamo per terra.
Tradire un patrimonio storico e culturale così grande è una scelleratezza soprattutto a fronte dei tanti sprechi insensati compiuti da questa classe politica. L’incapacità di riconoscere l’importanza e il valore di un così grande e inestimabile passato è sotto gli occhi di tutti.