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Roma, il Giardino degli Aranci nel degrado più totale

Lo chiamano Belvedere perché insieme al Gianicolo e al Pincio è uno dei luoghi più magici e romantici di Roma, da cui si può godere una vista strepitosa sulla città. Il Giardino degli Aranci sul Colle Aventino, affacciato sul Tevere, regala un panorama spettacolare sulla Roma eterna, con la Basilica di San Pietro incorniciata fra gli alberi di aranci amari e i pini marittimi.
Dedicato a Nino Manfredi dopo la scomparsa dell’attore, il giardino nasce da un progetto degli anni ’30 a opera dell’architetto Raffaele De Vico. L’intento, dar vita a un luogo di quiete e incanto, in cui il visitatore possa passeggiare tra floridi viali da cui ammirare gli splendidi scorci sulla città. Ma si tratta ormai di un sogno sbiadito: il giardino sta scivolando lentamente nella desolazione.

Incuria e degrado rovinano il belvedere

Le piante di oleandro nei grandi vasi del viale principale sono secche e avvizzite, alcune completamente morte. Gli aranci, che erano guariti e tornati bellissimi dopo un periodo di gestione privata, sono nuovamente in sofferenza. In entrambi i casi si tratta di assenza di acqua e cure.
Come nel caso del prato, che in alcuni punti è verde e in altri ridotto a terriccio polveroso infestato da erbacce. Il tutto è reso ancora più triste dai cani che fanno quello che vogliono nelle aiuole, nonostante i cartelli con i divieti e le norme di comportamento.

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Sacchi di spazzatura accatastati a terra

Un’inciviltà che culmina nella miriade di cartacce in terra. I rifiuti, sotto gli occhi di tutti, sono sparsi un po’ ovunque: giacciono indisturbati fra le panchine in travertino e i viali ricoperti di brecciolino chiaro. Ma ciò che fa più male è quella mole di sacchi accatastati uno sopra l’altro proprio accanto al cancello di ingresso principale: immondizia non raccolta e pronta ad accogliere i visitatori che giungono a Roma.
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Il degrado delle terrazze della Capitale

Sembrerebbe quasi una maledizione quella che affligge i belvedere di Roma. Lo stesso infausto destino fatto di incuria e abbandono si ritrova, infatti, al Gianicolo: nulla è cambiato dalla nostra ultima inchiesta realizzata la scorsa estate (leggi: reportage dal Gianicolo, scompare un pezzo storico di Roma), quando avevamo documentato lo stato di profondo degrado in cui è sprofondato quest’altro angolo speciale di Roma.
Anzi. Le cose, forse, da allora sono perfino peggiorate: immondizia, erba alta, buche, le transenne di sempre e una vera e propria baraccopoli ai piedi della terrazza principale.

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Le testimonianze dei cittadini

Uno schifo”, dicono le persone a passeggio tra lo sgomento e la rabbia. Di una disinfestazione contro topi e zanzare tigre nemmeno a parlarne. “È un’offesa per chi ama Roma -dice Gabriella mentre scattiamo l’ultima foto a San Pietro che svetta sullo sfondo del Giardino degli Aranci- io abito a Trastevere e vengo qui la mattina a cercare un po’ di fresco. Qualche anno fa -prosegue- questo scorcio era una meraviglia. Poi il declino”.
C’è un grande volto con gli occhi chiusi che spunta silenzioso lungo il viale centrale del giardino. È quello intagliato da Andrea Gandini (leggi: Roma, gli alberi spezzati diventano opere d’arte) in un pino spezzato alto 130 centimetri. A ricordarci che spesso a Roma ogni bellezza ha accanto il suo dolore.

Pubblicato in Reportage

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Nata a Roma nel 1984. Laureata in Lettere. Blogger e collaboratrice giornalistica

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