Mercato rionale di Boccea: la fila davanti ai cassonetti
Il nostro interlocutore, che ha un banco di frutta in quel mercato da diversi anni, ancora non sa che siamo lì proprio per quello. Appena ne viene a conoscenza, riprende a raccontare: “E’ un fenomeno molto diffuso, ormai siamo abituati. Un tempo erano solo stranieri, ora sono quasi tutti italiani. E’ un continuo via vai di gente, la maggior parte pensionati. Molti li conosciamo, vengono qui spesso. La vedete quella signora li?” ci dice indicando una donna molto avanti con gli anni, capelli grigi raccolti ed un aspetto piuttosto elegante “Viene tutti i giorni all’ora di chiusura del mercato, raccoglie tutto quello che riesce e va via con le buste piene.”
Tutto già visto e sentito, la situazione è uguale a quella dei precedenti mercati rionali dove la gente è sorpresa più che altro dal fatto che, a raccogliere la roba dai rifiuti, non sono soltanto nomadi o senza tetto, ma anche italiani.
Muovendoci tra i banchi notiamo un addetto alla pulizia del mercato che sta raccogliendo e selezionando la roba da buttare dividendola per la raccolta differenziata; pensiamo che nessuno meglio di lui possa dare una testimonianza sulla vicenda e ci avviciniamo per intervistarlo:
“Lavoro per una cooperativa sociale che ha il compito di pulire la strada quando chiude il mercato, noi ci occupiamo in particolare del materiale organico. Confermo quanto vi hanno detto, qui è pieno di gente che viene a raccogliere frutta, verdura e quant’altro dalla spazzatura. Spesso mi tocca anche discutere perchè preparo i sacchi con il materiale organico per il riciclo, li chiudo, e appena mi allontano arriva qualcuno che va ad aprirli per cercare qualcosa. Ci sono zingari, certo, ma anche molti italiani. E la maggior parte li conosciamo bene, gente del quartiere.”
Un tempo lo facevano gli zingari:
“Confermo anche io quanto vi stanno raccontando” ci dice un ragazzo, anche lui proprietario di un banco di frutta e verdura “sono soprattutto italiani. Tanto è vero che le prime volte restavamo sorpresi anche noi nel vedere gente normale, in apparenza anche piuttosto elegante, fare queste cose. Pensavamo pure che non lo facessero per effettiva necessità, ma che magari il loro fosse solo un non voler spendere soldi. Poi abbiamo capito che lo fanno soprattutto per bisogno; è un periodo di crisi, c’è parecchia miseria in giro. Molti di loro sono pensionati o disoccupati che magari non riescono ad arrivare a fine mese.”
Anche in questo mercato abbiamo riscontrato lo stesso fenomeno, forse in maniera ancor più marcata rispetto ai precedenti; la situazione che si sta via via delineando è quella di una miseria sempre più estesa a diversi strati della società, gruppi che prima ne erano esenti e che adesso ne vengono travolti come da un fiume in piena.
E’ un fenomeno sempre più evidente, riscontrabile nella vita di tutti i giorni, come quella dei mercati, magari non sempre ce ne accorgiamo o, talvolta, stentiamo perfino a crederci essendo troppa la sorpresa. Come nel caso di un ragazzo che, avendo ascoltato quanto ci è stato detto dal nostro ultimo interlocutore, si avvicina stupito e si affretta a chiederci: “Ma veramente accade questo? Pensavo che fosse un fenomeno circoscritto solo agli zingari. Come è possibile? Gente normale che fruga tra i rifiuti per raccogliere frutta e verdura? Mamma mia, dove siamo arrivati!”