Mercato Trionfale: davanti ai cassonetti per raccogliere i rifiuti
“Da quando il mercato è al chiuso la gente viene più volentieri, è sicuramente più stimolata. Certo, la situazione commerciale è un po’dura, anche noi stiamo avvertendo la crisi, pur avendo i prezzi bassi. Il fatto di stare in un quartiere buono non cambia nulla; la gente ha comunque problemi ad arrivare a fine mese.”
La situazione quindi risulta essere dura anche qui, a pochi passi dal centro e dal Vaticano; “Stiamo studiando di restare aperti anche di pomeriggio per cercare di aumentare gli introiti. Negli ultimi anni la crisi è aumentata, la gente sta più attenta a quello che spende. C’è molta povertà in giro.”
La stessa frase che abbiamo ascoltato nel precedente mercato, in periferia; a questo punto sveliamo quanto avevamo riportato nel precedente articolo e, con estrema sorpresa, veniamo a conoscenza del fatto che anche da queste parti la questione non è nuova: capita sempre più spesso di vedere persone che, nel giorno di chiusura del mercato, si appostano davanti ai cassonetti dei rifiuti per raccogliere generi alimentari ancora in buono stato che sono stati gettati. E, come detto nel precedente articolo, non si tratta di zingari, immigrati o senza tetto, ma molto spesso anche di italiani, soprattutto pensionati, che evidentemente non riescono ad arrivare a fine mese:
“Questa cosa è bruttissima ma, purtroppo, è vera; di solito quando i generi alimentari avanzano siamo già d’accordo con le parrocchie, gli diamo un po’ di cose. Però capita pure che alcuna roba venga buttata, soprattutto di sabato perché il mercato chiude per riposo settimanale. La gente lo sa e quindi si apposta davanti ai cassonetti per cercare di portare a casa ciò che è ancora buono da mangiare. Fino a qualche anno fa questo fenomeno riguardava soprattutto gli stranieri, ultimamente con mia grande sorpresa devo dire che si vedono anche molti italiani, soprattutto pensionati. Lo so, è una cosa triste, ma fa riflettere, è esplicativa di come siamo messi. Vede, qui la povertà la vediamo tutti i giorni; anche chi in apparenza sembra stare benino e si veste a modo, quando viene a fare la spesa cerca sempre di risparmiare, magari non arriva a fine mese per le spese, ha le rate, il mutuo, e quindi qui viene a risparmiare.”
Sono italiani, pensionati e vestiti bene:
La situazione sembra delinearsi chiaramente anche qui, come nel caso precedente; c’è sempre più gente che non ha neanche i soldi per fare la spesa ed è costretta ad agire di conseguenza, magari raccogliendo dai cassonetti ciò che è appena stato buttato, assestando in questo modo un duro colpo alla propria dignità. E quanto raccontato ha per protagonisti anche, se non soprattutto, cittadini italiani, pensionati perlopiù, gente che mai avremmo pensato potesse arrivare a tanto immaginando magari tale fenomeno circoscritto come da copione solamente a zingari o stranieri irregolari; né tantomeno può cambiare qualcosa il fatto di trovarsi in periferia piuttosto che in una zona centrale e residenziale. Quello dei mercati rionali sembra essere sempre più lo specchio della società e di una miseria che si espande a macchia d’olio.
Un’ulteriore conferma ci arriva, dopo aver salutato il presidente del mercato, dal vigilantes che si occupa della sicurezza; a lui rivolgiamo la stessa domanda per sapere se ha notato qualcosa: ”Si è vero, è una cosa che succede soprattutto il sabato perchè la gente ormai sa che quello è il giorno di chiusura. Ci sono zingari ma anche molti italiani, in particolare anziani e pensionati. Vengono a frugare tra i rifiuti per cercare frutta, verdura o altre cose del genere. Voglio precisare che c’è anche molta gente per bene che viene a fare questo, ci ho fatto caso ed ho notato anche signore di una certa età , magari con gli orecchini d’oro e vestite bene, che però cercano di risparmiare in qualche modo.”
Detta così la realtà assume contorni crudi, freddi, quasi stridenti con il vivere quotidiano, un velo improvvisamente squarciato per svelare una triste verità. Cogliendo la nostra sorpresa alle sue parole, l’ interlocutore che abbiamo di fronte ribatte strenuamente, quasi a voler avvalorare ancor più la sua tesi: “Lo so è una cosa dura, ma è vero. Io lavoro qui da sette mesi, ormai le conosco tutte quante di vista, sono sempre le solite vecchiette.