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Italiani che scavano tra i rifiuti:
Cosa spinge quelle persone a frugare nella spazzatura? Cosa stanno cercando? Cerchiamo di capirlo: ci avviciniamo ed iniziamo a porre qualche domanda. Molti voltano le spalle, altri ci rispondono male, ma troviamo anche qualcuno disposto a parlarci. Si tratta di un uomo italiano di di mezza età, i cui modi eleganti e raffinati stridono con il suo aspetto esteriore piuttosto trasandato a causa della spasmodica ricerca: è infatti già da un po’ di minuti che fruga nella spazzatura, ha trovato qualcosa che adesso custodisce con cura all’interno di una busta che si appresta a portare via con sè:
“Ho trovato alcune casse di legna buone da ardere, dato che ho un camino a casa mi potrebbero far comodo. Poi tra i rifiuti ci sono anche generi alimentari che vengono gettati via. Oggi è il giorno di chiusura del mercato, io vengo qui li raccolgo, e magari li porto a qualcuno che ne ha bisogno.”
La vicenda inizia ora a farsi più chiara. Il sabato il mercato chiude alle 15 ed osserva due giorni di riposo; di conseguenza tutta la roba che avanza, soprattutto per quanto riguarda i generi alimentari, viene gettata nei cassonetti di fronte al mercato stesso dove la gente, che ormai lo sa bene, si apposta per cercare di portare a casa il più possibile.
La situazione, per quanto forte, è abbastanza conosciuta da chi gira nei mercati popolari; ciò che realmente ci sorprende è vedere come nella maggior parte dei casi a frugare tra i rifiuti non siano zingari o senza tetto, ma italiani, signori di mezza età anche piuttosto distinti e di buona cultura che si ritrovano a dover fare i conti con una situazione che mai avrebbero pensato di dover affrontare.
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“Cosa vuole che le dica – continua il nostro interlocutore che desidera mantenere l’anonimato – la vita è quella che è. Qui viene gettata roba ancora buona, o molto spesso scaduta da poco. La gente viene e prende quello che trova. Non sono solo stranieri come si potrebbe pensare, ci sono anche moltissimi italiani.” Ce lo conferma anche la moglie che si avvicina, prende teneramente il marito sottobraccio e dopo averci salutato cordialmente si incammina con lui verso casa.
La realtà di quel mercato, per quanto cruda e diretta, ci ha incuriosito molto, decidiamo di entrare dentro per fare un giro tra i banchi. Ci avviciniamo al responsabile del settore carni, che ci conferma quanto visto: “Ho la macelleria da tre anni qui dentro, vedo tanta povertà e tanta miseria, specialmente nell’ora di chiusura.” Quando gli chiediamo di confermarci che a cercare tra i rifiuti sono in maggioranza gli italiani, asserisce energicamente “soprattutto italiani, come no, molto più degli stranieri! Sono parecchi, vanno per secchioni, aspettano quest’ora del sabato perchè sanno che viene buttata molta roba. Cercano tra i rifiuti, si arrangiano e vanno avanti così. Qui la povertà si tocca con mano c’è una forte crisi.”
A fine giornata il pesce finisce nei cassonetti:
Proseguiamo e ci avviciniamo al banco del pesce, dove parliamo con un signore parecchio avanti con l’età alle prese con la pulizia di alcune sogliole: “Si è vero, confermo la situazione. Vede, molta di questa roba -ci dice indicando il pesce sul suo banco- si rovina. Il mercato riapre martedì dopo una sosta di 2 giorni, di conseguenza alcune delle cose che non vendiamo vanno riciclate.
Molte le regaliamo ai preti che le danno ai bisognosi; altre le buttiamo nei cassonetti dove poi vengono raccolte da qualcuno. Cercano tra i rifiuti, danno una rapida pulita a quello che trovano e se lo portano via. Sono stranieri ma, sorprendentemente, ci sono anche molti italiani. Tutta gente che vive in povertà, che non ha un lavoro o che lo ha perduto da poco.”
Ormai la situazione è acclarata, i dubbi iniziali si sono diradati, lo stupore e la sorpresa nel vedere italiani insospettabili frugare tra i rifiuti hanno semplicemente assunto i caratteri di una dura realtà. Salutiamo il responsabile del banco del pesce che, nel porgerci un cordiale sorriso, ci congeda affermando: “Io sto in questo mercato soltanto da tre mesi, ma sapesse quanta ne ho già vista di povertà tra questi banchi!”