Garibaldi non va celebrato
Noto anche per aver definito l’Abruzzo post terremoto come “un peso morto per noi come tutto il Sud”, poche ore fa si è scagliato contro l’Unità d’Italia e contro la figura di Garibaldi in particolare: ”Per la nostra gente – ha affermato l’europarlamentare della Lega ospite di KlausCondicio, il talk show di Klaus Davi in onda su You Tube – l’Unità d’Italia ricorda soprattutto le tasse, gli sprechi, le pensioni facili, tutta quella porcheria.Considerato che stiamo uscendo con difficoltà da una crisi finanziaria festeggiare significa non avere senso di responsabilità e dell’interesse generale.”
Fin qui le dichiarazioni meno deliranti di Borghezio che ha poi affermato che “Garibaldi entrò a Napoli scortato dai mafiosi e dai camorristi. Per questo andrei a fucilarne il cadavere e non certo a celebrarlo, mi si perdoni la provocazione. Questi sono fatti storici, la gente deve sapere che Garibaldi pagò le pensioni alle mogli dei mafiosi. È l’icona di ‘Roma ladrona’, un alleato della mafia, uno che ha portato i mafiosi nel Palazzo e non ha favorito il popolo e la gente per bene, come numerosi storici hanno inequivocabilmente accertato.”
Le minacce ai monumenti di Garibaldi
Il tutto condito da un fantomatico “siamo noi i veri patrioti. Quelli che, a cominciare dalla alte cariche dello Stato, si intestardiscono su questa posizione non pensano al bene generale.” Per concludere con una velata minaccia di “possibili conseguenze negative e pericolose che forse non siamo nemmeno in grado di evitare. Non vorrei che con questa ‘risorgimentalite’ qualcuno dei troppo numerosi monumenti e targhe dedicati in tutto il Paese a Garibaldi subisse qualche pericolo”.
In sostanza, come dicevamo in precedenza, l’ennesima ‘sparata’ di un personaggio abituato alle provocazioni dialettiche per farsi pubblicità non avendo uno spessore politico di rilievo; l’ Unità d’ Italia e le celebrazioni che ne conseguiranno per il 150° anniversario, come ovvio, sono cosa ben più seria.