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Italia e dibattito sulle unioni civili:
Il dibattito sulle unioni civili impazza in Italia già da tempo. Da inizio anni 90 per l’esattezza quando alcuni comuni iniziarono a dotarsi autonomamente di registri anagrafici delle unioni civili. Si è andato avanti per anni a discutere sulla materia, adesso sembra arrivato il momento di una legge nazionale sulle unioni civili.
Il Pd è d’accordo, nei limiti delle solite spaccature. Anche il centrodestra ne sta facendo un cavallo di battaglia con molto suoi esponenti, da Silvio Berlusconi che apre ai diritti dei conviventi anche dello stesso sesso, a Mara Carfagna passando per la compagna del Cavaliere, Francesca Pascale, che già in passato aveva affermato l’ importanza di difendere i diritti delle persone gay al ministro degli Interni Alfano che è d’accordo sui diritti civili ma non sulle nozze.
Questione al centro del dibattito quindi: ma prima di tutto è importante capire di cosa si sta parlando e cosa, invece, non sarà preso in considerazione dalla normativa italiana.
Unioni civili e registro delle unioni civili:
In Italia si sta parlando di unioni civili: quindi non di matrimoni tra persone omosessuali. La distinzione è fondamentale e va a consentire alle persone congiunte, pur senza unirsi con il vincolo del matrimonio, di vedersi riconoscere molto diritti fondamentali delle coppie eterosessuali ad esclusione di quello dell’ adozione.
Da definizione le unioni civili sono forme di convivenza che vengono riconosciute a livello giuridico e che riguardano due persone, omosessuali o eterosessuali, legate tra loro da vincoli affettivi ed economici. Le persone in questione non sono legate da un matrimonio o sono impossibilitate a contrarlo.
In Italia ad oggi non esiste una normativa sulle unioni civili malgrado il dibattito impazzi da anni e siano state presentate nel tempo diverse proposte. Con le unioni civili si andrebbero a riconoscere anche alle coppie conviventi in questo caso dello stesso sesso alcuni diritti e le tutele di base fondamentali. Quali ad esempio l’assistenza del partner in ospedale, l’abitazione in comune, il diritto di successione ecc…
Matrimoni gay e adozioni:
Ben altra cosa sono i matrimoni gay e le adozioni per coppie omosessuali. Due aspetti che al momento non rientrano nel dibattito italiano. In Europa sono 12 gli stati che hanno adottato una legge sui matrimoni gay: Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Norvegia Finlandia, Danimarca, Islanda, Gran Bretagna, Slovenia, Spagna e Portogallo.
Fuori dall’ Europa ci sono diversi casi di regolamentazione dei matrimoni gay. Come negli Usa (sono legali in 37 Stati), in Messico, Uruguay, Brasile, Argentina, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica.
Altro argomento ancora è quello relativo all‘ adozione di bambini per le coppie omosessuali: anche questo è un tema spinoso e dibattuto. Da anni ci si divide sulla questione: un bambino che cresce in un contesto familiare formato da due individui dello stesso sesso ha le medesime opportunità di uno che cresce in una famiglia tradizionale, per intenderci quella composta da un padre e una madre?
Al momento sembrerebbe prevalere la tesi delle ripercussioni negative sull’ equilibrio psicologico di un bambino che cresca in una famiglia con due genitori dello stesso sesso. Ad oggi nel mondo sono 21 i paesi nei quali le copie dello stesso sesso hanno diritto ad accedere all’adozione di minori.
In Italia la legge prevede che possano accedere all’adozione esclusivamente coppie coniugate da almeno 3 anni. E dato che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è consentito, vien da se che non è possibile l’accesso all’adozione di minori per le copie gay.
Ecco perchè i due aspetti sono legati tra loro a doppio filo: l’apertura ai matrimoni tra persone dello stesso sesso potrebbe trascinare con sè la questione relativa alle adozioni per le coppie gay.