Tutte le categorie interessate dai tagli:
Ci saranno conseguenze negative certe a causa del blocco degli stipendi per quattro anni, dell’azzeramento della contrattazione, del blocco del turn over e della stabilizzazione dei precari, della soppressione di molti enti di ricerca (nell’ ultima versione tutti possono essere oggetto di accorpamento o soppressione), del taglio delle risorse per i contratti dei precari che rischiano ancora di più il licenziamento.
E’ certamente a rischio anche l’autonomia e la funzionalità degli enti di ricerca con la compromissione della professionalità di tutti i lavoratori del comparto. Tutto ciò, malgrado il nostro Paese sia fra gli ultimi in Europa per gli investimenti in ricerca, in rapporto al PIL, che sono fermi sui numeri del 1985.
Intanto il ministro Gelmini continua a praticare ed elargire lezioni politiche, sociali e culturali con cui non ha domestichezza alcuna ed i cui risultati generali si trovano sintetizzati, per esempio, nella riduzione della scuola italiana ad un vero e proprio colabrodo.
Le categorie interessate dai tagli sono particolarmente preoccupate per la manovra piombata sulle loro teste, perchè essa non interviene sulle ragioni della crisi, non colpisce gli sprechi, ma taglia selvaggiamente lo stato sociale, blocca le retribuzioni dei dipendenti pubblici, aumenta la precarietà e abbassa i diritti.
In questo quadro, – affermano – i settori della conoscenza, come la ricerca, sono visti solo come occasione di risparmio per la spesa pubblica e quindi sottoposti a tagli pesanti. Prepariamoci a convivere con un Paese in pieno subbuglio.