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Italicum: il nuovo sistema elettorale tra novità e antichi vizi

Dopo proclami e promesse arriva, finalmente, la nuova legge elettorale: attualmente si tratta di un modello presentato da Matteo Renzi alla direzione del Pd dopo aver incontrato leader di altri partiti, Silvio Berlusconi su tutti.
Il disegno di legge definitivo che andrà a regolamentare il nuovo modello elettorale italiano ancora è da perfezionare, tuttavia quello emerso nelle ultime ora sembra essere esattamente il futuro sistema elettorale. Che, come quelli che l’hanno preceduto, porta un nome singolare.
Si era partiti con il Mattarellum, in voga dal 1994 al 2001, per passare poi al Porcellum, utilizzato dal 2006 al 2013. Entrambi i sistemi elettorali sono stati utilizzati in tre differenti tornate elettorali: il Mattarellum in occasione delle elezioni del 1994, 1996e 2001; il Porcellum per le elezioni del 2006, 2008 e 2013.
Ebbene, quello che potrebbe (e dovrebbe) essere il nuovo sistema elettorale porta anch’esso un nome originale: l’Italicum. Questa la denominazione alla quale dovremmo iniziare ad abituarci dopo aver sentito e risentito negli ultimi anni la parola ‘Porcellum’ ripetuta all’infinito.

Il funzionamento dell’ Italicum:

Italicum quindi; nome scelto dallo stesso Renzi , non si sa se per spirito nazionalistico o per altra ragione, e che parte da altri sistemi elettorali sui quali in precedenza si era discusso: la base è quella del modello spagnolo ma con rivisitazioni e correzioni.
Partiamo subito dicendo che l’Italicum sarà un sistema proporzionale, esattamente con l’attuale Porcellum: il calcolo finale dei seggi avviene su base nazionale e non provinciale, come invece accade per il modello spagnolo dal quale si è partiti. Ciò per evitare di tagliare i partiti più piccoli che, con un calcolo su base provinciale, rischierebbero di essere tagliati del tutto fuori. Come accade per l’appunto in Spagna dove il sistema elettorale in uso favorisce i grandi partiti e quelli maggiormente radicati sul territorio (leggasi i vari partiti indipendentisti).

Soglie di sbarramento:

Tuttavia per evitare che l’influenza dei partiti minori sia eccessiva generando l’ingovernabilità, si è deciso di puntare su soglie di sbarramento piuttosto alte: per le coalizioni la soglia da raggiungere è del 12%; per le liste coalizzate è del 5%; per i partiti non coalizzati la soglia da raggiungere è dell’8%. Nel Porcellum, lo ricordiamo, la soglia da superare per l’ottenimento di seggi alla Camera era del 4% dei voti nazionali per quello che riguarda i singoli partiti, e del 10% per le coalizioni.
Al Senato la soglia di sbarramento, calcolata a differenza della Camera su base regionale e non nazionale, per i partiti singoli era dell’ 8%, mentre per le coalizioni era del 20%. In entrambi i casi, sia per Camera che per Senato, era previsto un complicato meccanismo di ripartizione dei seggi per le liste collegate ad una coalizione che superava le soglie descritte.

Doppio turno e premio di maggioranza:

Tornando all’Italicum, anche questo sistema prevederà un premio di maggioranza; alla coalizione che raggiunge il 35% su base nazionale sarà assegnato come premio di maggioranza il 18% dei seggi. Tuttavia nel computo totale il vincitore non potrà comunque superare il 55% del totale dei seggi.
Da segnalare che l’Italicum sarà un sistema elettorale a doppio turno; qualora nessun partito dovesse oltrepassare la soglia del 35%, si andrebbe quindi ad un secondo turno per assegnare il premio di maggioranza di cui sopra. Al secondo turno sono ammessi i due partiti o coalizioni più votati al primo turno, e chi esce vincitore da questa seconda tornata elettorale si porta a casa come premio di maggioranza il 53% dei seggi. A differenza del sistema elettorale utilizzato per i sindaci e tanto caro a Renzi, tra il primo e l’eventuale secondo turno non sono consentiti apparentamenti.

Ancora liste bloccate come nel Porcellum:

Ultimo aspetto da affrontare, non certo per importanza, è quello relativo alle liste; che, è bene dirlo, dovrebbero essere bloccate. Come per il Porcellum. Quello delle liste bloccate è stato per anni un refrain utilizzato da chi lamentava la scarsa democrazia del sistema elettorale studiato da Calderoli (il Porcellum per l’appunto); con le liste bloccate l’elettore non può scegliere di sua spontanea volontà chi votare, ma deve orientare il proprio voto senza la possibilità di indicare preferenze di nomi, basandosi su una lista di nominati. Lista stilata dal partito, che dunque ha potere di scelta su chi mandare in Parlamento.
Un sistema non proprio altamente democratico, dato che non consente di scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, e che in questi anni di dibattito sulla legge elettorale era stato spesso indicato come primo cambiamento necessario per la futura legge.
L’obiezione non sembra essere stata recepito e, probabilmente, l’Italicum poggerà anch’esso su liste bloccate; unica differenza con l’attuale Porcellum, le liste dovrebbero essere molto più corte, invece delle attuali 27 circoscrizioni totali si passerà a 110 circoscrizioni provinciali. Questo per favorire il riconoscimento dei candidati da parte degli elettori, andando quindi a rispondere all’obiezione che la Corte Costituzionale ha mosso quando ha bocciato il Porcellum.
Lo scorso dicembre la Corte Costituzionale, al termine di una lunga Camera di consiglio, aveva infatti bocciato il Porcellum su due punti sottoposti al vaglio di costituzionalità: il premio di maggioranza e, per l’appunto, la mancanza delle preferenza che non dava libertà di scelta ai cittadini.
Fattore, quest’ultimo, che evidentemente fa molto comodo alla classe politica se è vero che anche con il nuovo sistema elettorale Italicum sarà riproposto.

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Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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