Dipendenti dei partiti e cassa integrazione straordinaria:
La denuncia di Di Maio si appoggia al fatto che una sua collega di partito, Fabiana Dadone, aveva provato a trovare un punto di compromesso, posticipando al 15 dicembre, ma solo per l’anno in corso, il termine per la verifica dei bilanci, in modo da dare alla commissione di garanzia il tempo di ottemperare alla sua funzione.
Tutto inutile e anche Riccardo Fraccaro ha avuto buon gioco a ribadire come i partiti abbiano dimostrato di essere totalmente privi di credibilità, avendo di fatto non solo disatteso la promessa di abolire il finanziamento pubblico, ma avendolo addirittura sganciato da ogni controllo.
Una denuncia che si estende ad un’altra norma scandalosa contenuta all’interno della legge, quella in base alla quale tutti i dipendenti dei partiti hanno diritto, a differenza dei comuni lavoratori, alla cassa integrazione straordinaria, la stessa che viene ormai sottratta ai lavoratori normali.
Movimento 5 Stelle e finanziamento pubblico:
Di fronte alla denuncia di Di Maio e Fraccaro, la deputata del Partito Democratico, Teresa Piccione, ha invece affermato che la legge non toglierebbe i controlli, andando palesemente contro l’evidenza.
Trovando peraltro il soccorso dello stesso Boccadutri, ex tesoriere di SEL fulminato sulla via di Firenze tanto da entrare nel Partito di Renzi, secondo il quale la legge sanerebbe una situazione oggettiva, senza precisare se si tratti della pratica illegalità sancita dai mancati controlli o di altro.
Allo stesso tempo, Boccadutri torna sulla questione del mancato accesso di M5S al finanziamento pubblico, che distingue il movimento di Grillo dal resto delle forze politiche, affermando che i grillini non hanno alcun diritto al finanziamento in quanto non rispettano quanto previsto dalla legge.
Una affermazione che suona come una ulteriore beffa se si pensa che neanche gli altri partiti sono tenuti a rispettare gli obblighi dell’attuale normativa, non essendoci in pratica più alcun controllo grazie al suo emendamento.