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Riforme in mille giorni: l’ardua impresa di Renzi

Renzi

Con la riapertura dei lavori parlamentari, Matteo Renzi, in data 1′ settembre ha inaugurato il ”giorno zero”, annunciando il programma dei ”mille giorni”, una serie di riforme che avranno il compito di cambiare l’Italia ”passo dopo passo”. Il programma da attuare nei mille giorni comprende: Riforma del titolo V; Bonus Irpef; Riforma del lavoro (jobs act e art. 18 cost.); Scuola; Sblocca Italia (cantieri e opere pubbliche); Riforma della giustizia (civile e penale); Dimezzamento dei permessi sindacali.
All’indomani dei concisi moniti del presidente Mario Draghi, nell’ intervenire nel poco confortante scenario nazionale con adeguate riforme, la necessità di legiferare in materia di giustizia, economia e lavoro diviene un’ottima occasione per testare l’affidabilità e l’operosità del governo Renzi.

Le riforme di Renzi

Nel contesto attuale, l’appoggio dell’Eu nelle riforme costituisce un traguardo rassicurante per la credibilità del giovane governo italiano. L’ ok del commissario europeo Martin Rechets per le riforme della giustizia, considerate ”frutto di buon senso(..) in grado di far avanzare l’Italia sulla via della crescita e della semplificazione”, rappresenta motivo di soddisfazione per il guardasigilli Andrea Orlando, poiché le riforme in questione, insieme al job act, costituiscono una colonna portante dei ”mille giorni”.
Oltre all’ambito civile, i provvedimenti prevedono ”modifiche alla normativa penale, sostanziale e processuale e ordinamentale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi.” I punti più importanti delle riforme riguardano:

  1. Responsabiltà civile del magistrato
  2. Prescrizioni ed intercettazioni
  3. Processo civile

Responsabiltà civile dei magistrati

II primo punto, passato in camera sottoforma di legge di governo, fa riferimento alla possibilità del cittadino di potersi rivalere, in caso di mala giustizia, mediante ricorso alla stato, fino al 50% dello stipendio del magistrato. Per il ministro Crosta di Ncd ”è necessario approfondire(…)per non sacrificare garanzie fondamentali del cittadino”, mentre l’Anm definisce la responsabilità civile delle toghe una misura punitiva ispirata ”a logiche del passato”.
Occore precisare che sono state escluse dalla legge comunitaria le norme sulla responsabilità civile dei magistrati. La commissione Politiche Ue del Senato ha soppresso dal testo, approdato il 4 settembre in Aula per la discussione generale, l’articolo introdotto alla Camera da un emendamento della Lega su cui il governo era stato battuto.

Prescrizione ed intercettazioni

Il secondo punto affronta i temi controversi della prescrizione e delle intercettazioni. Stando alle parole del premier: ”Confermiamo il principio per il quale l’oggetto del reato deve essere pubblicato con grande attenzione e rispetto.”
Il ddl prevede che le intercettazioni dei terzi non saranno più trascritte nei provvedimenti dei magistrati. Renzi e Orlando chiariscono di non voler mettere alcun bavaglio ai giudici, mentre Angelino Alfano, capogruppo di Ncd, preme per un chiaro riferimento all’ art.15 Cost. ”sulla inviolabilità del diritto di libertà ed alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione.”
Marco Travaglio replica definendo ”parole al vento” le iniziative di Renzi, soffermandosi sull’utilità di proporre una riforma della giustizia che non limiti le intercettazioni e la loro conoscibilità.

La ex legge Cirielli

Per le prescrizioni, invece, resta la legge ex Cirielli, con i tempi calcolati sul massimo della pena più un terzo. La sospensione della prescrizione è prevista dopo la condanna in primo grado, al fine di disincentivare le condotte dilatorie. Tra il primo e il secondo grado resta l’intervallo massimo di due anni. Tra appello e cassazione, invece, è previsto il massimo di un anno.
Il parlamento resta diviso nei riguardi dell’argomento giustizia, con Ncd che chiede di riflettere sull’ipotesi di limitare il ricorso in Cassazione nel caso di doppia sentenza di condanna e solo in presenza di una violazione di legge. Per il Fatto Quotidiano, invece, la riforma è corsa a salvare Berlusconi dal processo di Napoli sulla compravendita di senatori, che con la legge attuale si estinguerebbe nel 2015.
L’articolo aggiunge che Ncd punterebbe a cambiare la bozza per evitare che la nuova normativa ”resusciti” i processi a carico del Cavaliere, per la compravendita dei senatori, il tutto rispetto nel ”patto del nazareno”.

Processo civile

Per quanto riguarda il processo civile, il disegno di legge prevede un intervento normativo in forma di legge-delega, che ha come obiettivi Il miglioramento dell’efficienza e della qualità della giustizia, una maggiore speditezza del processo mediante la revisione della disciplina delle fasi di trattazione e di rimessione in decisione.
I toni utilizzati da Renzi, in merito alla lentezza dei procedimenti civili (la battuta sui “Giudici lumaca” ) e il proverbiale slogan del ”chi sbaglia paga”, hanno suscitato l’ira dell’Associazione nazionale magistrati che richiedono maggiore attenzione e serietà per l’attuazione di così delicati provvedimenti.

Proteste dei magistrati: un rapporto conflittuale

Nonostante gli sforzi del governo, la riuscita del programma è connessa all’approvazione quadrimestrale dei punti su illustrati. I blocchi e le discussione nel procedere manifestano le divisioni interne alla maggioranza. La recente invettiva dei magistrati annuncia complicazioni sulla definizione definitiva della materia in esame.
La protesta dell’Anm si concentra nel settore penale, dove ”i disegni di riforma rivelano i caratteri del compromesso e del cedimento a pressioni e a veti”, e sul tema intercettazioni, che sembra rinviato a tempi da stabilire. L’Anm specifica ”l’annunciata modifica della disciplina della prescrizione, oggi patologica e patogena, non tocca la riforma del 2005 (con la c.d. legge ex Cirielli) prodotto di una delle varie leggi ad personam: si risolve invece nella debole scelta di introdurre due nuove ipotesi di sospensione temporanea ed eventuale del suo decorso”.

Rapporto tra governo e magistratura

I senatori del PD rispondono che la protesta ”ha dell’incredibile”, poiché è bastato solo accennare ad una riduzione delle ferie per suscitare la loro collera, dichiarando così la loro fermezza nel voler eliminare ogni tipo di privilegio e di agevolazione. Il tema della giustizia da sempre ha creato problemi in Italia.
Da Mastella, guardasigilli di Prodi, a Berlusconi, il rapporto tra governo e magistratura si è sempre erto su di un equilibrio di forze caratterizzato da ricatti e compromessi. Le dichiarazioni di Matteo Renzi, che hanno più il tono di avvertimenti, scatenano le ansie di poteri da sempre abituati ad operare con una certa dose di indipendenza e di riservatezza.
Provvedimenti finalizzati al miglioramento dell’attuale apparato legislativo sono ben voluti da politici, magistrati e cittadini. L’Anm stessa afferma che, in materia di riforme, ”(l’operato del governo) deve guardare oltre le entusiastiche dichiarazioni pubbliche e gli slogan promozionali che l’accompagnano”.

Come portare a termine le riforme in mille giorni?

La riuscita del programma dei mille giorni, stando così le cose, è ipotizzabile che dipenda sia da un accordo con le rispettive forze tirate in ballo, sia da una maggioranza compatta, rispettosa delle esigenze delle forza toccate dai ddl e sensibile alle emozioni dei cittadini, i quali vedendo di buon occhio i lavori in corso, potrebbero raffreddare le tensioni e le incomprensioni di una minoranza che non accetta i voluti cambiamenti.
Il traguardo maggio 2017 è ancora lontano e bisogna pazientare per vedere se Renzi sarà all’altezza delle aspettive dei dirigenti europei e dei colleghi che gli hanno affidato le redini del governo, riuscendo a gestire le avvisaglie parlamentari ed a legiferare nel rispetto degli organi costituzionali e dei giocoforza politici.


Fonti:

Pubblicato in Politica

Scritto da

Giornalista indipendente, web writer, fondatore e direttore del giornale online La Vera Cronaca e del progetto Professione Scrittura

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