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Pubblica Amministrazione e riforma: cosa potrebbe cambiare

Sta passando in secondo piano, superata per interesse da altre tematiche politiche di stretta attualità in questa estate, la tematica della riforma della Pubblica Amministrazione.
Si tratta in questo caso, entrando nel particolare, di rivedere il ruolo dei dirigenti pubblici dato che l’intero comparto della PA già ha subìto, negli anni, diversi mutamenti.
Quello su cui si sta dibattendo partendo da un decreto di riforma del Governo è quindi un nuovo assetto per i dirigenti della Pubblica Amministrazione. Figure da sempre al centro delle attenzioni (e spesso anche delle invettive) da parte della pubblica opinione in quanto ritenute tra quelle portatrici di privilegi a spese della collettività.

Le novità per i dirigenti pubblici:

Al momento quella relativa al decreto di riforma è soltanto una bozza sulla quale si sta lavorando; tuttavia ci sono alcuni aspetti caratteristici che sembrerebbero essere imprescindibili e quindi destinati a mutare.
Il primo aspetto fondamentale è quello legato all’accesso alle cariche; secondo la bozza di riforma si potrà arrivare a ricoprire ruoli della dirigenza pubblica solo attraverso due modalità:

  1. Attraverso un concorso pubblico: che sarà riservato ai funzionari pubblici con almeno 5 anni di servizio oltre che a coloro che hanno già ricoperto, per almeno 5 anni, un ruolo dirigenziale;
  2. Attraverso un corso / concorso: la strada che dovrà seguire chi non è già dipendente della Pubblica Amministrazione. Necessario avere un dottorato di ricerca o un master di II livello perseguito presso un’università.

Dirigenti in prova per 3 anni:

È questa l’altra grande novità sulla quale si sta lavorando; i dirigenti che accederanno al ruolo tramite concorso saranno in prova per 3 anni. Terminato questo periodo dovranno passare una valutazione per essere confermati.
Viceversa chi accederà tramite corso / concorso entrerà nella PA come funzionario e, sempre dopo 3 anni, dovrà passare una valutazione per salire di grado.
Tutti i dirigenti comunque, altra novità allo studio, saranno licenziabili. Chi resterà senza incarico subirà un taglio dello stipendio per ogni anno non lavorato e dopo 6 anni potrà essere licenziato.

Incarichi a tempo:

Tutti gli incarichi dirigenziali saranno comunque a durata; ovvero sottoposti a tempistica limitata. Non potranno durare più di 4 anni e potranno essere prorogati una sola volta, a seguito di valutazione positiva, soltanto per altri 2 anni. Tutti i dirigenti dello Stato verranno inseriti in un solo ruolo e di conseguenza dovranno, all’occorrenza, spostarsi da una amministrazione ad un’altra.
Questa è la bozza del decreto che andrebbe a riformare la dirigenza della Pubblica Amministrazione; a breve la versione definitiva dove si capiranno le reali intenzioni di questo provvedimento.

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Scritto da

Scrittore, giornalista, ricercatore di verità - "Certe verità sono più pronti a dirle i matti che i savi..."

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