Il 20 e 21 settembre si svolgerà il referendum sul taglio dei parlamentari. In sostanza il corpo elettorale italiano sarà chiamato a pronunciarsi sulla legge che ha predisposto il taglio di 345 parlamentari, ovvero 230 deputati e 115 senatori.
Una legge varata sulla spinta del Movimento 5 Stelle che ne ha fatto una vera bandiera, insieme al taglio dei vitalizi. Chi voterà Sì approverà quanto deciso, mentre chi opterà per il No fornirà il suo consenso alla conferma della attuale consistenza numerica del Parlamento.
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La legge sottoposta al parere del corpo elettorale
La legge che ha ridotto il numero dei parlamentari è stata oggetto di quattro votazioni distinte. La riforma è stata proposta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, ed è stata approvata con 545 voti favorevoli. Oltre a M5S e PD, è stata approvata anche da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Gli unici ad opporsi sono stati i deputati del Gruppo Misto.
Si tratta di un referendum confermativo
Il referendum sul taglio dei parlamentari è di tipo confermativo. A differenza di altre consultazioni del passato, quindi, non è previsto alcun quorum da raggiungere. A stabilirlo è l’articolo 138 della Costituzione e, di conseguenza, vincerà lo schieramento che sarà riuscito a conseguire un voto più dell’altro, a prescindere dal numero effettivo dei votanti.
Le posizioni in campo
Il taglio dei parlamentari è una vecchia bandiera del M5S. Che non a caso ha salutato con entusiasmo la sua approvazione. Come al solito, però, attorno ad essa nelle ultime settimane è iniziato uno strano balletto. Se, come abbiamo visto, è stata votata quasi dall’intera Camera dei Deputati, ora in molti cominciano a sfilarsi e a proporre dei distinguo. Con la formazione di un fronte del No estremamente variegato, il quale dichiara di battersi in nome della rappresentanza.
La ridefinizione degli schieramenti
Nelle ultime settimane, in effetti, il fronte del ‘No’ ha fatto registrare molti ingressi non previsti. A partire da quelli di esponenti del Partito Democratico, capeggiati da Matteo Orfini e da Tommaso Nannicini, con il secondo che ha addirittura dato vita al comitato “Democratici per il No”. Un lotto in cui compaiono Giuditta Pini, Fausto Raciti, Francesco Verducci e Chiara Gribaudo.
Contrari anche l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini e Sinistra Italiana. E, a sorpresa, una parte di Italia Viva, il partito di quel Matteo Renzi che pure il taglio dei parlamentari lo aveva proposto nella sua legge di riforma costituzionale poi cassata dal corpo elettorale.
Il partito che più di tutti sembra sul punto di sconfessare il suo voto, è però Forza Italia. Ove il fronte dei contrari vede la presenza di Anna Maria Bernini, Lucio Malan, Giuseppe Moles, Renato Brunetta, Simone Baldelli, Giorgio Mulè, Deborah Bergamini e Renata Polverini.