Come gestire e portare avanti un ospedale:
La consapevolezza di far parte di un ingranaggio delicato, dal cui funzionamento dipendono altri settori della macchina sociale, fa coprire ad ognuno il proprio ruolo in un concatenarsi di elementi organizzativi dove errori, indisciplina, superficialità, sono generalmente evitati per non compromettere lo scopo finale, strettamente legato alla sopravvivenza, salute e benessere della collettività.
La gestione di una struttura di tal genere deve tener conto di competenze, necessità, vedute, tra le più diverse: da quelle amministrative a quelle sanitarie, da quelle corporative a quelle spirituali, e così via.
Le transazioni commerciali legate a forniture e servizi determinano appetiti e strategie contabili, scambi di favori e compromessi, lotte concorrenziali e ricatti: un ospedale può funzionare solo se retto da regole giuste, lungimiranti e praticabili, che tengano conto del rispetto delle persone e delle loro funzioni, delle leggi generali dello Stato e del buon senso vigente nella società (praticamente come quelle sancite dalla nostra Carta Costituzionale).
Ove un infermiere, o un medico, o un dirigente amministrativo riuscisse, attraverso le proprie capacità personali di convincimento, i propri mezzi finanziari, le proprie relazioni con persone, enti, strutture pubbliche che contano, ad assumere il controllo politico dell’ospedale; ove questi non tenesse conto di tutte le problematiche, concatenazioni di interessi, equilibri, esistenti all’interno di esso, sarebbe destinato al fallimento. Un ospedale è uno spicchio di società dove si riflettono pregi e difetti di un Paese, possibilità di sviluppo e limiti.
L’ Italia è una moltitudine di ospedali:
L’Italia è la moltiplicazione territoriale di ospedali e strutture sociali pubbliche e private tra le più diverse. Chi attraverso le proprie capacità di convincimento, i propri mezzi finanziari, le proprie relazioni con persone, enti e strutture pubbliche e private (anche avendo saputo approfittare di un momento storico particolare di disgregazione politica e di incertezza sociale), pensa di governare la realtà territoriale imponendo proprie regole che non tengono conto delle sue complessità, è destinato alla sconfitta.
Saranno i suoi stessi alleati, che non vedendo nelle loro proiezioni, il futuro di prospettive e di posizioni cui ambiscono, a creare l’humus ideale su cui nemici ed oppositori svilupperanno con forza strategie e metodi destinati al capovolgimento della situazione. Lo insegna la Storia, non è soltanto la nostra opinione.