Seguici su:

Politica

Letto 5168 Volte
Condividi

Nasce il nuovo Governo: ecco chi sono i 21 ministri

È finalmente nato il governo; l’unico possibile per il paese. Queste sono state le parole del Presidente della Repubblica Napolitano nel commentare la squadra di ministri presentata dal premier incaricato, Enrico Letta.
Ebbene, dopo una rapida consultazione durante la quale il premier Letta si è assicurato l’appoggio di Pd, Pdl e Scelta Civica, la squadra di ministri è stata messa a punto e si è arrivati ad una quadratura del cerchio tra immancabili polemiche, pareri contrari e giudizi discordanti.
I ministri saranno 21 di cui ben 7 donne; un record, come ha tenuto a precisare lo stesso Letta, anche se poi qualcuno dovrà spiegarci per quale motivo la presenza femminile debba necessariamente esser vista, a prescindere, come un qualcosa in più o quasi come un atto dovuto. Andrebbero scelti i migliori, indipendentemente dal genere.
Dicevamo della squadra di governo; saranno 13 i ministri con portafoglio e 8 i ministri senza portafoglio (ricordiamo che, per definizione, un ministro senza portafoglio è nominato ministro del governo ma, a differenza del ministro con portafoglio, non è posto a capo di alcun dicastero). Vediamo nel dettaglio chi sono i ministri del nuovo governo.

I ministri del governo Letta:

Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri sarà Filippo Patroni Griffi; 58 anni, magistrato, aveva fatto parte della squadra di ‘tecnici’ del governo Monti con qualifica di Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione.
Il vicepresidente del consiglio dei ministri sarà Angelino Alfano: all’ (eterno) delfino di Berlusconi spetterà anche l’incarico di ministro degli Interni. Classe 1970, ritenuto ormai da tempo giovane di belle speranze, Afano era stato ministro della Giustizia nell’ultimo governo Berlusconi approvando il tanto discusso ‘lodo Alfano’ che prevedeva la sospensione dei processi a carico delle quattro più alte cariche dello Stato. Secondo molti, un regalo per il Cavaliere.
Alla Giustizia sale Annamaria Cancellieri: romana, 70 anni, è prefetto ed ha fatto parte anche lei della squadra di tecnici guidata da Monti ricoprendo la carica di ministro degli Interni. Ministro della Difesa è stato nominato Mario Mauro: foggiano di San Giovanni Rotondo (il paese che ospita le spoglie di Padre Pio), una laurea in filosofia, ha un lungo passato politico in Forza Italia prima e Pdl poi. parlamentare europeo nelle fila del Ppe, nel gennaio 2013 abbandona il Pdl e passa a Lista Civica con Mario Monti.
Il ministro dell’Economia e delle Finanze (incarico che, immaginiamo, sarà molto delicato data la situazione attuale) scelto da Enrico Letta è Fabrizio Saccomanni:, economista italiano classe 1942; bocconiano (cosa che ormai passa quasi per un insulto), direttore generale della Banca d’Italia dal 2006, vanta anche diverse onorificenze (per quello che contano) della Repubblica: è Cavaliere di Gran Croce, Commendatore e qualcos’altro di simile.

Emma Bonino agli Esteri:

Agli Esteri andrà Emma Bonino: investitura tra le più discusse per quella che è una delle esponenti di punta del Partito Radicale. Un curriculum politico molto lungo, già ministro del Commercio Internazionale e delle Politiche Europee nel pur breve governo Prodi 2006 – 2008, il suo nome era uscito fuori anche in fase di scelta del candidato a presidente della Repubblica.
Alla fine non se ne è fatto niente, finisce agli Esteri lei che ha ricoperto anche l’incarico di Commissario europeo per gli aiuti umanitari e per la tutela dei consumatori; erano gli anni 90, quelli nei quali la Bonino fiancheggiava Berlusconi tanto che nel 1994 si candidò propri tra le fila di Forza Italia. L’idillio tra i due, apparentemente inconciliabili per ideali, proseguì fino al 2006.
Continuando l’elenco dei ministri scelto da Letta, allo Sviluppo economico va Flavio Zanonato, sindaco di Padova classe 1950, un passato nel Pci e attualmente sotto la bandiera del Pd e ‘bersaniano’. Enzo Moavero Milanesi andrà gli Affari Europei; romano e avvocato, per lui si tratta di una conferma visto che ricopriva lo stesso incarico nel governo tecnico di Mario Monti.
Ministro delle Infrastrutture e trasporti sarà Maurizio Lupi, nome piuttosto noto della politica italiana; milanese, membro di Comunione e Liberazione dal 1990, inizia la carriera politica con la Democrazia Cristiana per passare poi a Forza Italia. Molto vicino a Formigoni e difensore strenuo di Silvio Berlusconi.

Lorenzin alla Salute: una nomina discussa

Arriviamo al ministero del Lavoro, dove approda Enrico Giovannini: economista romano, è presidente dell’Istat dal 2009 e nominato nel famoso pool dei saggi da Napolitano.
All’Istruzione troviamo Maria Chiara Carrozza, pisana laureata in fisica e con un lungo passato nel mondo della ricerca: autrice di numerosi lavori scientifici e di 15 brevetti nazionali ed internazionali oltre che membro di alcune tra le più prestigiose società scientifiche internazionali. Sembra avere le carte giuste, al contrario di qualcuno che ha occupato quel dicastero prima di lei.
Ministro della Salute sarà Beatrice Lorenzin: romana classe 1971 e un diploma di maturità classica, il suo è un volto piuttosto noto per gli spettatori dei talk show politici. Berlusconiana di ferro, nel 1997 inizia la propria carriera politica in Forza Italia. Per molti la sua nomina alla Salute è stata una sorpresa, per non dire che rischia di essere inadeguata, dato che, si sottolinea, non è neanche laureata.
Ministro dell’Agricoltura del governo Letta sarà Nunzia Di Girolamo: 37 anni, di Benevento, avvocato, entra in Forza Italia nel 2007. Di lei si ricorda, ad oggi, uno scambio di bigliettini galanti durante una seduta in Parlamento con l’allora premier Berlusconi ed il suo matrimonio con un esponente del Pd, Boccia.
Ministro dell’Ambiente sarà Andrea Orlando: nato a La Spezia l’8 febbraio 1969, è considerato uno dei cosiddetti ‘giovani turchi’ del Pd. Dal 2008 è portavoce nazionale del Partito Democratico, partito per il quale è membro della commissione Bilancio della Camera e componente della Commissione parlamentare Antimafia.
Ministro per i Beni e attività culturali e del Turismo è Massimo Bray: nato a Lecce, classe 1959, ha una laurea in Lettere e Filosofia e può vantare la direzione editoriale dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana fondato da Giovanni Treccani. Esponente del Pd vicino a D’Alema.
Veniamo alla Pubblica Amministrazione, affidata a Gianpiero D’Alia: avvocato messinese con una pregressa carriera politica tra le fila dell’ Udc. Di lui si ricorda l’ emendamento in materia di web (il cosiddetto emendamento ‘D’Alia’, per l’appunto) inserito nel disegno di legge “decreto Sicurezza”del febbraio 2009; l’emendamento era “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet” e suscitò molte polemiche soprattutto tra i blogger italiani, Beppe Grillo compreso.

Franceschini e Quagliarello: a volte ritornano

Il redivivo Dario Franceschini sarà invece il ministro per i Rapporti con il Parlamento: avvocato e scrittore e già segretario nazionale del Pd nel 2009, inizia la sua carriera politica nella Dc (anche lui), vanta un’ esperienza di sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Amato. Nel Partito Democratico diviso in mille correnti, lui è esponente di quella cristiano – democratica.
Per le Riforme Costituzionali è stato scelto Gaetano Quagliarello, già presente tra i saggi nominati da Napolitano; napoletano classe 1960, Quagliariello, da giovane si iscrive al Partito Radicale per poi passare, nel 1994, a Forza Italia. Particolarmente accesa la sua posizione nel caso di Eluana Englaro per impedire che venissero spenti i macchinari che tenevano in vita la ragazza. È anche professore ordinario di Storia Contemporanea alla Luiss.
Agli Affari regionali e autonomie scelto Graziano Delrio, attuale sindaco di Reggio Emilia in quota Pd; medico cattolico, ‘renziano’ di ferro e presidente Anci (associazione nazionale comuni italiani) ha 53 anni ed una lunga esperienza in materia di amministrazione locale. Arriviamo al ministero per la Coesione territoriale, affidato a Carlo Trigilia; è sociologo, professore presso l’ Università di Firenze, in quota Pd e membro della Fondazione Italianieuropei, presieduta da Massimo D’Alema e Giuliano Amato.

Cecile Kyenge all’integrazione: una nomina controversa

Spostiamoci quindi sulle new entry nonché sorprese; quale ministro dell’integrazione è stata scelta Cecile Kyenge, 49 anni nata in Congo. Oculista, laurea in medicina e chirurgia, è stata eletta lo scorso febbraio alla Camera dei deputati (prima donna di origine africana a sedere in Parlamento) dopo una lunga trafila politica tra Ds prima e Pd poi. Già responsabile regionale per l’immigrazione del Partito Democratico. Firmataria della proposta di legge depositata alla Camera sul riconoscimento della cittadinanza agli immigrati, è la prima donna di colore diventare ministro. Speriamo la sua scelta non sia soltanto propaganda e fumo negli occhi per chi è imbevuto di ideologie.
Chiudiamo con Josefa Idem, che diventa ministro dello Sport; olimpionica campionessa di canoa, nasce in Germania ma acquisisce cittadinanza italiana nel 1990 e diventa l’atleta femminile con più olimpiadi disputate in assoluto. Nelle elezioni politiche del febbraio 2013 si candida, con il Pd, come capolista al Senato per l’Emilia Romagna; verrà eletta. Ora le viene affidato il ministero dello Sport; mai un campione olimpico aveva avuto questo incarico.

Pubblicato in Politica

Scritto da

Giornalista di inchiesta, blogger e rivoluzionario

Potrebbe interessarti

Lascia un commento

Seguici su: