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Storia ed inizi del Movimento 5 Stelle
Il M5S è una “libera associazione di cittadini” che rifiutano di essere identificati come appartenenti a un gruppo politico fondato nel 2009 sulla scia del movimento “amici di Beppe Grillo”, attivo dal 2005 e presente alle elezioni a partire dal 2008 con diverse liste civiche a cinque stelle. È l’unica rappresentanza ufficiale del comico genovese, che detiene la proprietà del simbolo e di cui sostiene le battaglie tematiche, politiche, culturali e sociali lanciate nei suoi spettacoli.
L’attenzione quindi è tutta sul leader, Beppe Grillo, genovese, il fenomeno politico del momento; la sua ascesa è stata lenta e molecolare, per esplodere a pieno in concomitanza con il parziale declino di Silvio Berlusconi. Su Grillo si è scritto tanto, ma poco si sa degli uomini e delle donne che seguono il comico e ne curano la comunicazione, come nel caso del guru GianRoberto Casaleggio, e lo rappresentano nei territori diventandone poi amministratori. Sembrerebbe quasi un mondo magico quello a cinque stelle; tutto così pulito, disinteressato, idilliaco al punto da apparire perfetto.
L’utilizzo della rete
Malgrado i dubbi sull’attività politica di Grillo e dell’ideologo del Movimento, Casaleggio, siamo davanti alla prima forza politica in Italia; la novità più sostanziale è il coinvolgimento dei cittadini in via telematica. A differenza degli altri partiti e della loro esposizione mediatica televisiva, tutta la campagna politica del M5S è stata fatta via web; è stato possibile votare le liste per Camera e Senato, le cosiddette ‘Parlamentarie’, online e a costo zero (anche qui, a differenza delle primarie di altri partiti).
Tra i candidati, anche casalinghe, pensionati e cittadini qualunque che volevano partecipare a questo cambiamento; ogni candidato ha potuto caricare sul blog del M5S il proprio curriculum tramite un video di presentazione della lunghezza massima di tre minuti nel quale elencare gli obiettivi politici e non che si intende perseguire.
Si capisce quindi la novità introdotta da Grillo nella politica italiana e non solo; pensiamo anche alle riunioni del Movimento ed alle tappe dello tsunami tour, interamente pubblicizzate e diffuse tramite queste piattaforme oltre che grazie a Twitter e Facebook.
Le donne nel Movimento 5 Stelle
Un altro aspetto importante sul quale Grillo e soci puntano molto è la presenza delle donne nel Movimento; tra gli eletti in Parlamento le donne risultano essere 37 alla Camera e 25 al Senato per un totale di 62. Sono giovani, under 40, istruite e con esperienza di democrazia attiva in difesa dell’ambiente: medici, operaie, scrittrici, impiegate, casalinghe, libere professioniste, giornaliste ma anche disoccupate malgrado titoli di studio.
Oltre a questo aspetto relativo al genere, anche l’età media degli eletti in Parlamento tra le fila del M5S è una novità: notevolmente bassa rispetto agli standard della politica italiana, 33 anni alla Camera e 46 al Senato.
Lo sbarco in Parlamento e il taglio alle indennità
Il 4 marzo i neoletti del Movimento si sono incontrati per la prima volta presso l’hotel Saint John di Roma, in una saletta affittata per l’occasione, e seduti in circolo si sono presentati discutendo dei temi da portare in Parlamento. Sono stati eletti i due capigruppo; al Senato Vittorio Crimi ed alla Camera Roberta Lombardi, che tuttavia resteranno in carica solo per tre mesi dato che poi si procederà a rotazione periodica come previsto.
I parlamentari ribadiscono che prenderanno 5.000 euro lordi al mese e cercheranno di restituire la parte eccedente, come già successo in Sicilia alla Regione, andando a finanziare un fondo per il microcredito alle imprese. Modello Sicilia che viene spesso citato quale esempio di perfezione quando si parla del M5S.
Non si collabora con chi ha affossato il Paese
Lì, lo ricordiamo, il Presidente della Regione Rosario Crocetta, esponente del Partito Democratico ed eletto nell’ottobre del 2012, non era riuscito a raggiungere una maggioranza sufficiente per fare approvare i provvedimenti nell’assemblea; Crocetta va avanti grazie al Movimento 5 Stelle (che alla Regione Sicilia ha 15 seggi) il quale vota di volta in volta i singoli provvedimenti senza tuttavia aderire formalmente alla maggioranza né stringere accordi a priori sul programma.
Questo schema, secondo Grillo, dovrebbe essere riproposto a livello nazionale in Parlamento; a differenza della Sicilia però, in Parlamento è necessario che il nuovo governo ottenga la fiducia da Camera e Senato con una maggioranza tale da consentirgli di svolgere il proprio lavoro, come previsto dalla Costituzione.
Ma il Movimento 5 Stelle, come da dichiarazioni del leader Beppe Grillo, si rifiuta di collaborare con chi avrebbe portato il paese nel baratro; se questo comportamento sarà confermato si presenterà il tanto temuto scenario dell’ingovernabilità.
I rapporti controversi con giornalisti e televisioni
Un aspetto che risulta oltremodo spiacevole parlando del Movimento 5 Stelle è l’aggressione verbale ai giornalisti che prosegue, giornalmente e sistematicamente, con costanti stoccate da parte del leader Beppe Grillo il quale preferisce affidare le proprie dichiarazioni ai giornali esteri.
I media italiani secondo lui, sarebbero maestri nel distorcere la realtà. Questo comportamento ha fatto mobilitare l’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa che, sempre tramite social network, hanno definito tale situazione scandalosa, aggiungendo (nel caso della FNSI) che “nemmeno Berlusconi era arrivato a tanto”.
Quello che Grillo vorrebbe realizzare con questa operazione è un tentativo di proteggere i militanti del Movimento (oltre che un modo per attirare maggiormente l’attenzione dei media sul Movimento stesso) bandendo la presenza nei talk show televisivi dove, secondo Casaleggio, “si discute del nulla e si parla di temi astratti, di ideologie, si aizza una lotta tra galli per il dio share” (tratta da: Il Grillo canta sempre al tramonto).
Le espulsioni dal Movimento 5 Stelle
Ricordiamo al riguardo le espulsioni dal Movimento di Federica Salsi, consigliere comunale di Bologna (per aver partecipato a Ballarò) e, qualche mese prima, di Giovanni Favia, consigliere dell’ Emilia-Romagna, a causa di un fuori onda anti-Casaleggio durante la trasmissione Piazza Pulita.
In quel fuori onda Favia, parlando in libertà e non sapendo di essere registrato, aveva raccontato di come nel M5S non ci fosse in realtà democrazia poichè tutto verrebbe nei fatti pilotato da Grillo e dal suo guru Casaleggio andando quindi, con quelle dichiarazioni, a gettare per la prima volta un’ ombra su quello che era stato fino ad allora descritto come un movimento altamente democratico.