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Mes, cos’è il Meccanismo Europeo di Stabilità

È uno dei temi più dibattuti a livello politico negli ultimi anni, vista la sua importanza a livello di Unione Europea per aiutare i paesi in difficoltà economica: il Meccanismo europeo di stabilità (questo è il significato dell’acronimo Mes) infatti, è un fondo permanente di salvataggio costituito nel 2012 per fornire prestiti ai Paesi dell’area euro che dovessero trovarsi in condizioni di difficoltà finanziarie.
È stato istituito mediante un trattato intergovernativo, raccogliendo l’eredità del Fondo salva Stati utilizzato nel pieno della crisi dei debiti sovrani a favore di Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Cipro.

Cos’è il Mes e come funziona

Il nuovo MES nasce dalla riforma del vecchio Fondo salva Stati, che l’UE ha voluto attuare dopo il doloroso salvataggio della Grecia. La riforma ha avuto l’obiettivo di rimuovere le componenti più criticate del vecchio fondo, come il famigerato Memorandum che imponeva tagli e riforme lacrime e sangue in cambio degli aiuti.
Con la riforma, il MES ha assunto nuovi compiti e poteri. In particolare, è stato rafforzato e semplificato l’uso degli strumenti a disposizione del fondo prima del salvataggio di un Paese, ovvero le linee di credito precauzionali. Un Paese può chiedere una linea di credito precauzionale qualora venisse colpito da uno shock economico e volesse evitare di finire sotto stress sui mercati.
In termini concreti con il Mes è stato istituito un fondo permanente di assistenza finanziaria con una dotazione di 500 miliardi di euro, che possono essere erogati in diverse forme, ovvero: prestiti da erogare verso gli stati membri in difficoltà; acquisti di titoli di Stato; linee di credito precauzionali.

Chi può accedere al Mes

L’accesso agli strumenti di assistenza del MES è subordinato al rispetto di determinate condizioni. Nelle situazioni più complesse, gli Stati membri che richiedono assistenza devono elaborare un programma di aggiustamento macroeconomico, che prevede misure di politica economica volte a migliorare la loro situazione finanziaria. Nelle situazioni meno complesse, le condizioni di accesso possono essere meno stringenti. Da evidenziare che, con la riforma del Mes, queste condizioni sono state ammorbidite e rese quindi meno rigide.
Il Mes è governato da un Consiglio di governatori, composto dai ministri delle finanze degli Stati membri dell’area euro. Per la maggior parte delle decisioni è richiesto il voto all’unanimità del Consiglio, ma per le richieste urgenti, che possono arrivare dalla Commissione europea o dalla Banca centrale europea (BCE), è sufficiente una maggioranza qualificata dell’85%. Il peso del voto dei singoli ministri all’interno del Consiglio è determinato dalla quota di capitale che il loro Stato ha versato per la costituzione del MES.

Chi finanzia il Mes?

Il Mes è sovvenzionato dagli stati membri: i principali contributori al Meccanismo europeo di stabilità sono Francia, Germania e Italia, con quote rispettivamente pari a 26,7%, 20,1% e 17,6%. Questi paesi, in quanto maggiori azionisti del Mes, hanno un peso decisionale maggiore nelle votazioni e possono porre il veto nelle decisioni più urgenti.
Gli Stati membri più piccoli dell’Unione europea hanno contribuito al MES con quote inferiori ai due milioni di euro. In particolare, Lettonia (1,94 milioni di euro), Estonia (1,79 milioni di euro), Lussemburgo (1,75 milioni di euro), Cipro (1,37 milioni di euro) e Malta (0,63 milioni di euro). L’Italia è quindi il terzo contributore europeo.

La riforma del Mes

La riforma del Trattato istitutivo del MES introduce modifiche alle condizioni e ai compiti del fondo, ma senza stravolgerne l’impianto. In particolare, la riforma non prevede né un meccanismo di ristrutturazione dei debiti sovrani né l’attribuzione al Mes di compiti di sorveglianza macroeconomica.
Inoltre, la riforma attribuisce al Mes una nuova funzione, quella di fornire una rete di sicurezza finanziaria al Fondo di risoluzione unico (FRU) nell’ambito del sistema di gestione delle crisi bancarie.

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