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Il referendum sulla cannabis
In entrambi i casi il numero delle firme – in gran parte raccolte online tramite il sistema italiano di identità digitale SPID – ha superato ampiamente la soglia del mezzo milione necessaria per attivare un voto pubblico. La petizione sulla cannabis ha chiesto un referendum per legalizzare la coltivazione di marijuana per uso personale e cancellare le pene detentive per la vendita di piccole quantità di droga.
A novembre la Lega e Fratelli d’Italia (FdI) di destra non sono riusciti nel tentativo di affondare l’avanzamento della petizione sulla cannabis presentando un “emendamento repressivo”. La mozione è stata però respinta dal Partito Democratico (PD), dal Movimento 5 Stelle (M5S) e dal liberale +Europa, mentre il centrodestra Forza Italia – alleato di Lega e FdI – si è astenuto dal voto.
Il referendum sull’Eutanasia
La petizione sull’eutanasia chiedeva un referendum per abolire una clausola di una legge del 1930 che punisce l’omicidio di una persona consenziente con una reclusione fino a 15 anni. La campagna ha ricevuto un impulso a novembre dopo che il primo caso di suicidio assistito in Italia è stato autorizzato dal comitato etico dell’autorità sanitaria pubblica regionale delle Marche. Il suicidio assistito è una questione che divide l’Italia e deve affrontare la forte opposizione dei politici conservatori e del Vaticano che lo condanna come “un atto intrinsecamente malvagio”.
Gli altri referendum
Gli altri sei referendum in attesa del giudizio della Corte costituzionale il mese prossimo riguardano una serie di riforme della giustizia, relative a questioni tra cui la custodia cautelare preventiva; mantenere le carriere separate tra giudici e pubblici ministeri; e una modifica alla legge Severino anticorruzione che vieta ai politici con condanne penali di ricoprire cariche elettive.