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Che cos’ è la legittima difesa
Si tratta di una specie di autotutela concessa dallo Stato ai singoli cittadini al verificarsi di una ″conditio sine qua non″, ovvero l’insorgere di uno stato dipericolo imminente. In questo caso, un fatto costituente reato non viene punito.
L’istituto è disciplinato dall’ art. 52 del Codice Penale, il cui primo comma stabilisce la non punibilità per chi commette il fatto per difendere un diritto proprio od altrui dal pericolo di una offesa ingiusta, se la difesa è proporzionata all’offesa ricevuta.
La Corte di Cassazioneè intervenuta spesso sul punto, specificando che:
- non si può parlare di legittima difesa a favore di colui che si sia messo in una situazione di pericolo per fatto proprio (ad esempio, chi accetta una sfida) a meno che non si veda esposto ad una violenza più grave (e, quindi, non voluta) di quella prevista (ad esempio, la sfida non prevedeva l’uso delle armi ed invece l’avversario le ha usate);
- il pericolo attuale non permane dopo che l’aggressore è stato disarmato e che la sua arma sia entrata in mano all’aggredito (essendosi, in tal caso, invertite le posizioni). Nel caso di cui la reazione di chi ha diritto alla legittima difesa sia eccessiva, si applicano i principi del reato colposo, ai sensi dell’ art. 55 del Codice Penale.
La disciplina della legittima difesa in italia
Si ha legittima difesa putativa quando un soggetto agisce credendo di essere in pericolo pur se, nella realtà, tale pericolo non sussiste. La legge attribuisce alla legittima difesa putativa (che avviene, quindi, su un errore scusabile) le stesse conseguenze della legittima difesa ordinaria.
L’istituto della legittima difesa nel nostro Paese è stata oggetto di una prima importante riforma nel 2006. La legge n. 59/06 ha modificato l’articolo 52 del Codice Penale aggiungendo un secondo e terzo comma all’unico in precedenza esistente.
In pratica, l’articolo riformulato stabilisce che vi è legittima difesa se qualcuno fa uso di un’arma legittimamente detenuta, o altro mezzo idoneo, per difendere la propria o altrui incolumità nonchè i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza da parte del malvivente e vi è pericolo d’aggressione, non solo nelle abitazioni ma anche nei luoghi dove viene esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale.
Quindi, attualmente, si disciplina il diritto all’autotutela di un domicilio privato, un negozio o un ufficio, autorizzando il ricorso a un’arma per difendere le persone o le cose, ma solo se il rapinatore non desista dal suo intento e vi sia pericolo di aggressione.
Di contro, vi è eccesso di legittima difesa e si finisce incriminati. Così come è successo a Rodolfo Corazzo e, ad ottobre, ad un altro gioielliere, stavolta ad Ercolano, che ha reagito a una rapina, uccidendo due pregiudicati e finendo indagato per eccesso di legittima difesa.
La disciplina della legittima difesa in Europa
Completamente diverso è, negli altri Paesi Europei, l’atteggiamento nei confronti dei limiti della legittima difesa. In Germania, ad esempio, l’eccesso di legittima difesa non viene punito anche se causato da turbamento, paura o panico, e non si viene incriminati nemmeno se il ladro fugge con la refurtiva, (occorre però che la reazione sia proporzionata al valore dei beni sottratti).
Nei Paesi Bassi, la legittima difesa è volta alla tutela contro un’aggressione dell’incolumità, del pudore e del patrimonio, non venendo punito chi reagisce spinto dalla violenta emozione provocata dall’aggressione. In Spagna, ci si può difendere da qualsiasi indebita introduzione nella propria dimora.
Rivedere la norma?
Ebbene, anche in Italia è auspicabile una nuova modifica dell’istituto. La pensa così Fratelli d’Italia, il partito di Ignazio La Russa e di Giorgia Meloni, oltre che la Lega Nord di Matteo Salvini: anche Pd e Ncd si sono detti pronti a valutare un cambiamento ma in toni più pacati rispetto ai loro colleghi di cui sopra.
Staremo a vedere cosa succederà in riferimento a questo tema che da sempre divide gli italiani e accende il dibattito politico.