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La lite a distanza tra Sgarbi e Fedez
Eh beh, non c’è che dire questa è classe al cui confronto la polemica tra Proudhon e Marx su filosofia e miseria, poi ripresa tra Craxi e Berlinguer, risulta essere di spessore infinitesimale. La risposta del rapper non si è fatta attendere e recita: “Leggendo i titoli di oggi pensavo seriamente di essere stato io ad aver abbassato il livello del dibattito politico italiano. Poi su – Ma Fedez la fa la pipì in testa alla Ferragni – del deputato Sgarbi ho tirato un sospiro di sollievo”.
Beh, come sciabolata non è male. In un sol colpo vengono messi insieme l’attenzione della stampa per le cose che contano, il livello dello scontro politico, e la susseguente qualità del personale politico. Che in due righe non è poco..
Storia di Fedez, tra battaglie e scivoloni
Fedez è il più “americano” degli artisti italici: è social e anche sociale. Non ha difficoltà ad esporre le sue opinioni politiche, nel 2014 manifestò simpatia per il M5S, nel 2020 ha lanciato una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva che è stato finito in sole due settimane. È stata definita la raccolta fondi più grande d’Europa e tra le 10 campagne più ricche nel mondo (Repubblica, 9 marzo 2021) ed è stata di stimolo alla raccolta per ospedali, associazioni e organizzazioni.
Attualmente sostiene, con qualche scivolone, nessuno è perfetto, il ddl Zan. Di topiche nel passato ne ha prese non poche, specie sulla questione gay, noto l’attacco a Tiziano Ferro di cui si è detto pentito e comunque adesso lavora a favore del mondo lgbt. E il mondo vive di presente.
Business e charity
Ha sostenuto i lavoratori dello spettacolo e sta pensando ad una fondazione ovviamente con fini sociali. Naturalmente continua a lavorare cioè a cantare l’ultima esibizione con Orietta Berti e Achille Lauro. È anche spiritoso. Come è spiritosa Orietta Berti.
In altre parole fa quello che fanno George Clooney e Bill e Melinda Gates e tanti altri: business e charity, in grande. In Italia non si usa. Per concludere: ha abbandonato la scuola al quarto anno del liceo artistico, non è laureato e neanche conduce programmi dedicati all’arte. E vista la differenza è meglio così.