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Cos’è l’Aspi:
Ma cos’è l’Aspi e cosa si deve fare per richiederla? L’Aspi è stata introdotta con la legge n.92/2012, la riforma del mercato del lavoro (cosiddetta Riforma Fornero); si tratta di un ammortizzatore sociale la cui sigla sta a significare Assicurazione Sociale per l’Impiego (Aspi) che va a sostituire unificandole le diverse tipologie di sostegno al lavoratori presenti prima.
L’ Assicurazione sociale per l’impiego accorpa l’indennità di mobilità; l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria; l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e l’indennità di disoccupazione speciale nell’edilizia.
Chi può richiedere l’Aspi:
La richiesta di Aspi può essere presentata da tutti i lavoratori dipendenti che abbiano perduto il lavoro per motivi non legati alla loro volontà (quindi non sono considerati i casi di dimissioni o scioglimento consensuale del rapporto di lavoro) e che abbiano determinati requisiti: primo tra tutti, un livello minimo di contribuzione (pari ad almeno un anno di contributi nei due anni precedenti all’evento che ha portato alla disoccupazione). Per i lavoratori che al momento della richiesta non hanno ancora raggiunto tale soglia è prevista la mini Aspi, una forma ridotta di sostegno.
A quanto ammonta l’indennità:
Da segnalare che non possono usufruire dell’Aspi le seguente categorie: i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni; gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato; i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa.
Quale sia la finalità dell’ Aspi è presto detto: fornire un’indennità mensile di disoccupazione ai lavoratori dipendenti (fermi restando i requisiti di cui sopra) che si trovino improvvisamente senza un lavoro. Indennità che sarà pari al 75% dello stipendio nei casi di retribuzione uguale o inferiore a 1.180 euro; per gli stipendi superiori a questa cifra è previsto un ulteriore 25% da calcolarsi sulla differenza tra la retribuzione del lavoratore e i 1.180 euro.
Sospensione dell’Aspi:
L’importo della prestazione non può comunque superare un limite massimo individuato annualmente per legge. Dopo i primi 6 mesi di erogazione dell’Aspi la cifra subirà una decurtazione del 15% cui si aggiungerà, allo scadere del dodicesimo mese, un ulteriore taglio dello stesso importo (15%).
L’indennità viene sospesa immediatamente in caso di nuovo impiego (e quindi perdita dello stato di disoccupazione) o di altri circostanze, quali: inizio attività autonoma senza comunicazione all’INPS; pensionamento di vecchiaia o anticipato; assegno ordinario di invalidità, se non si opta per l’indennità; rifiuto di partecipare, senza giustificato motivo, ad una iniziativa di politica attiva (attività di formazione, tirocini ecc.) o non regolare partecipazione; mancata accettazione di un’offerta di lavoro il cui livello retributivo sia superiore almeno del 20% dell’importo lordo dell’indennità.
Ultimo aspetto tecnico importante per quello che riguarda la concessione dell’Aspi è quello relativo alla modalità di invio richiesta: questa deve essere eseguita direttamente all’Inps ed esclusivamente in via telematica, ovvero tramite web o contact center