Il decreto-legge e la norma per salvataggio in mare
“Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
Le disposizioni mirano a contemperare l’esigenza di assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare, nel rispetto delle norme di diritto internazionale e nazionale in materia, con quella di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, in conformità alle previsioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare di Montego Bay, del 1982.
A tal fine, si declinano le condizioni in presenza delle quali le attività svolte da navi che effettuano interventi di recupero di persone in mare possono essere ritenute conformi alle convenzioni internazionali e alle norme nazionali in materia di diritto del mare.”
Novità per navi e Ong
Le navi di soccorso devono ora richiedere un porto immediatamente dopo ogni singolo salvataggio e salpare immediatamente verso di esso una volta che è stato assegnato. Le Ong che non rispettano le regole rischiano multe fino a 50.000 euro e potrebbero subire il sequestro delle loro navi per ripetuti reati.
Le organizzazioni che soccorrono i migranti nel Mar Mediterraneo affermano che le misure metteranno a rischio la vita: “Saremo costretti a lasciare le aree di soccorso non protette con un inevitabile aumento del numero di morti”, ha scritto Medici Senza Frontiere (MSF) sul proprio profilo Twitter.
Le ONG hanno anche affermato che un numero maggiore di barche di migranti sarà ora respinto verso le coste africane dalla Guardia Costiera libica, dove presumibilmente subiranno torture, violenze sessuali ed estorsioni per mano delle guardie nei centri di detenzione. Finora quest’anno sono arrivati in Italia più di 103.000 migranti, con un aumento del 55% rispetto allo scorso anno, secondo il ministero dell’Interno.