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Chi sono i ministri scelti da Renzi
Al ministero dell’Economia è andato Pier Carlo Padoan, vicesegretario generale dell’Ocse e scelto da Letta per guidare l’Istat. La nomina rimase bloccata e non era mai andata in porto ma adesso non ci sarà più bisogno di quell’incarico. Agli Interni confermato Angelino Alfano del Nuoco Centro Destra; dopo un insistito tira e molla degli ultimi giorni alla fine l’ex delfino di Berlusconi resta al suo posto. Da verificare quelli che saranno i rapporti con Renzi proprio in virtù delle ultime scintille.
Al ministero della Giustizia approda Andrea Orlando (Pd): faceva parte anche della squadra di governo di Letta ed era stato responsabile Giustizia del Pd durante la segreteria di Bersani.
Alla Difesa va Roberta Pinotti (Pd) anche per lei la pregressa esperienza nel governo Letta come Sottosegretario di Stato al ministero della Difesa guidato da Mario Mauro; gli Affari esteri sono affidati a Federica Mogherini (Pd), già responsabile delle relazioni internazionali dei DS e responsabile esteri della Sinistra giovanile. Prende il posto della Bonino, dovrà affrontare la delicata questione dei Marò.
Per il ministero dello Sviluppo economico Renzi ha scelto Federica Guidi; imprenditrice di Modena fino al 2005 alla guida dei Giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna e successivamente al fianco di Matteo Colaninno come vicepresidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, di cui poi è stata presidente dal 2008 al 2011.
La questione di Beatrice Lorenzin
Maurizio Lupi (Ncd) viene confermato alla guida del ministero Infrastrutture e trasporti; stesso incarico che aveva ricoperto nel governo Letta. Una conferma per lui, così come per il già detto Alfano, suo collega di partito; e così come per un’altra esponente del Nuovo Centro Destra.
Vale a dire Beatrice Lorenzin che resta alla guida del dicastero della Salute; romana con un diploma di maturità classica, la sua nomina era stata già contestata in riferimento al governo Letta poiché, si era sottolineato, poteva essere inadeguata all’incarico non essendo laureata. Nei mesi alla guida del ministero della Salute sotto il governo Letta ha dovuto fronteggiare soprattutto la spinosa vicenda del Metodo Stamina.
Altro volto noto è quello di Dario Franceschini (Pd), che finisce ai Beni e attività culturali e turismo; nota la sua vena artistica e la sua attività di scrittore. All’ Istruzione, università e ricerca, ministero notoriamente ‘caldo’ viene assegnata Stefania Giannini (Sc); unica esponente di Scelta Civica a salire al governo, ha un fitto passato nel mondo accademico universitario.
New entry e vecchie facce
Gianluca Galletti è un altro ‘unico’: nel caso specifico, il solo esponente Udc scelto come ministro. Avrà l’Ambiente. Nel governo Letta era stato sottosegretario all’Istruzione. Ministro del Lavoro e politiche sociali, altro ruolo caldo, sarà Giuliano Poletti; dal 2002 presidente nazionale di Legacoop, a lui il non facile compito di mettere in pratica il jobs act di Renzi.
Ministro delle Politiche agricole sarà Maurizio Martina (Pd), già sottosegretario alle politiche agricole sotto l’esecutivo di Letta. Maria Elena Boschi (Pd), ovvero la fedelissima di Renzi, avrà le Riforme e rapporti col Parlamento. Classe 1981 è la più giovane della squadra di governo.
Il ministero per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione è affidato a Marianna Madia (Pd); altra giovanissima (classe 1980) membro della segreteria nazionale del Pd con il ruolo di responsabile del lavoro. Infine il ministero per gli Affari regionali andrà a Maria Carmela Lanzetta (Pd), un simbolo della lotta alla mafia. È stata infatti sindaco di Monasterace, paesino della locride, e la ‘ndrangheta la aveva messa nel mirino per la sua azione di contrasto. In un recente passato si era detta delusa dalla politica e desiderosa di lasciare. Questa nomina a ministro cambierà decisamente i suoi piani.