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Gli stranieri iscritti alla lista aggiunta per votare
Una situazione simile, afferma sempre ‘Stranieri in Italia’, è stata riscontrata a Torino dove i cittadini romeni (anche in questo caso sono la comunità di immigrati più numerosa) iscritti alla lista aggiunta per votare alle comunali del prossimo Maggio risultavano essere, fino a pochi giorni fa, duecentocinquanta su un totale di oltre 40mila presenze. Una situazione particolare quindi e per certi versi paradossale;
se da una parte si insiste nel chiedere maggior partecipazione per i cittadini stranieri garantendo loro il diritto di voto, soprattutto per quel che concerne la scelta dei governanti a livello territoriale, dall’altra parte si assiste ad un disinteresse alquanto diffuso da parte di questi cittadini quando hanno la possibilità di esprimersi in qualità di elettori.
Spesso non sanno di poter votare
Le spiegazioni che si possono dare sono molteplici, si parla di mancanza di informazione da parte degli organi preposti a far conoscere ai cittadini comunitari il proprio diritto a votare; in sostanza, gli stranieri non sarebbero informati adeguatamente sui propri diritti di elettori né tantomeno sarebbero informati a dovere sul come.
Tuttavia a questo riguardo, tornando alle elezioni del prossimo Maggio a Bologna, sono importanti le dichiarazioni del responsabile del servizio elettorale Nicola Aiello riportate sul sito Stranieri in Italia che sembrano fornire indicazioni opposte:
“Per le elezioni del 2009 – afferma Aiello – inviammo una lettera a ogni comunitario residente a Bologna, con le istruzioni e il modulo per iscriversi alla lista aggiunta. La risposa però fu molto scarsa: partirono settemila lettere e si iscrissero solo in centosettanta. Quest’anno abbiamo mandato comunicazioni alle associazioni, affisso manifesti e pubblicato sul sito web del Comune una pagina dedicata al voto dei comunitari. Per iscriversi alla lista si può inviare la domanda anche via fax o per email, allegando una copia del documento di identità”.
Il risultato tuttavia sembra essere il medesimo, vale a dire un diffuso disinteresse. La comunicazione in sostanza, stando a queste parole, ci sarebbe stata; bisogna vedere, come sempre in questi casi, quanto orientata nel verso giusto.
Iscrizione nella lista aggiunta:
Stessa campagna informativa di invio lettere ed affissioni è stata portata avanti anche a Torino. Sul sito del Comune di Bologna si legge che “i cittadini dell’Unione Europea possono presentare la domanda di iscrizione nelle liste elettorali aggiunte direttamente all’Ufficio Elettorale del comune di residenza entro martedì 5 aprile 2011.”
La domanda può essere presentata in vari modi;consegnata personalmente all’Ufficio Elettorale, spedita tramite posta raccomandata, accompagnata dalla fotocopia di un documento d’identità, inviata tramite fax accompagnata dalla fotocopia di un documento d’identità, o inviata tramite posta elettronica accompagnata anche in questo casa dalla fotocopia di un documento d’identità.
Quindi anche l’iscrizione nella lista aggiunta non sembra presentare eccessive difficoltà, almeno per quanto riguarda il Comune di Bologna; in quello di Torino viceversa, come si legge dal sito, la domanda si presenta solo in Comune recandovisi personalmente o tramite terza persona previa una delega. Il Comune di Milano invece, come nel caso di Bologna, accetta richieste tramite fax, posta o mail.
Il disinteresse per la politica contagia anche gli stranieri:
Anche il disinteresse sembra difficile da spiegare come causa di questa mancata partecipazione dei cittadini stranieri alle elezioni; risulta difficile infatti credere che questi non vogliano esprimersi su aspetti della vita decisi a livello territoriale che, lo ricordiamo, toccano tematiche delicate ed importanti quali trasporti, scuola, asili, rifiuti e servizi vari.
Secondo altre interpretazioni, a mancare potrebbe essere una piena consapevolezza da elettore unita ad un non completo inserimento nella società italiana; fattori che, combinati, portano ad una minor partecipazione accompagnata da una marginalizzazione del soggetto.
In definitiva, anche in questo caso si finirebbe per parlare di mancata inclusione sociale dei cittadini stranieri che non si sentirebbero del tutto inseriti; o forse più semplicemente, come qualcuno potrebbe giustamente appuntare, ci sarebbe anche la possibilità che si tratti del fenomeno diametralmente opposto, vale a dire una forte assimilazione alla cutura del nostro paese che, dando retta alle ultime tornate elettorali, vede sempre più la crescita dell’ astensionismo, causa diretta di un marcato disinteresse nei confronti della politica.