Le elezioni per Salvini
Fuori da questo exploit la trasmissione ha girato sul solito tran-tran di aspiranti azzeccagarbugli. Dalle urne dei sogni il Salvini Matteo si aspettava un punteggio tennistico tipo 6-0 e invece è uscito il banalmente più classico 3 a 3 delle partite scapoli ammogliati. E, come in tutti gli spogliatoi, ognuno dei leader ha sostenuto di aver vinto, beata innocenza e beata incoscienza, anche se in qualche modo la cosa risponde al quasi vero, come il quasi goal di Nicolò Carosio.
E, a voler cercare il pelo nell’uovo, a menar vanto di vittoria ci è riuscito pure il Renzi Matteo che ai fiaschi oramai ha fatto l’abbonamento. Tuttavia il cinque e briscola per cento rimediato in Toscana gli ha dato l’agio di dimenticare lo zero sei del Veneto e il ridicolo 1,6 rimediato in Puglia, con nessun seggio.. Ognuno, si sa, si inganna come crede.
I risultati degli altri partiti
Ciò nonostante a guardar bene, un po’ più o un po’ meno, tutti hanno invece perso. Lo Zingaretti ha perso le Marche, la Meloni ha perso la Puglia, Salvini ha perso la Toscana, Berlusconi ha perso la faccia e Di Maio ha perso ovunque. In altre parole il popolazzo bue ha deciso, regione per regione, di farsi governare da chi garantisce i suoi pratici e volatili interessi. Questa volta le Sardine sono state fuori dal gioco e ciò consentirà, è una speranza, di sentire in minor quantità infantili sbrodolate e magari anche qualche parolaccia di meno in televisione.
Del referendum si è parlato quasi nulla forse perché quando il popolazzo bue si esprime in disaccordo con la supposta intellighenzia da salotto tv viene più facile ignorarlo. Ma ignorato o meno questa volta il popolazzo bue ha dato una lezione di dignità ai voltaggana di tutti i colori che abitano il palazzo.
Massimo rispetto al contempo per quella base del Pd e della sinistra tutta che mai ha cambiato idea e non ha paura di far la parte della minoranza. A loro lunga vita.